BERLINO. "Io non ho denaro fresco". Lo ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a Norimberga, intervenendo al congresso del partito della Csu. Ma se gli Stati vogliono contribuire con risorse nazionali al fondo sono benvenuti, ha aggiunto. "Lo dico ai romani e ai parigini, a cui tutto questo non basta". Padoan, rischi economia Ue non calano, più pressanti "Il piano Juncker è una misura molto opportuna, si inserisce in un contesto nel quale l'economia europea fatica a riprendere una crescita sostenuta: direi di più, mostra rischi che invece di allentarsi diventano più pressanti in termini di crescita che striscia sul fondo". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Sul piano Juncker per gli investimenti europei "bisogna fare presto perché la crisi non cessa, non se ne esce". Tra le condizioni necessarie perché il Piano Juncker dia i suoi frutti, il ministro dell'Economia ha citato il fatto che "i progetti devono essere profittevoli ma devono anche tener conto della distribuzione delle risorse tra i vari membri". La seconda condizione, ha detto, "è che bisogna fare presto e questo perché la crisi non cessa, non se ne esce. Naturalmente ci vogliono parecchi mesi affinché il meccanismo possa diventare operativo, rischiano di essere tanti ma nel frattempo si può fare già qualcosa, e qui penso al ruolo della Bei". Padoan ha poi evidenziato, come terza condizione, "che ci siano altre misure a livello europeo affinché gli investimenti crescano e si moltiplichino" e a questo proposito ha citato a livello nazionale le riforme strutturali e a livello europeo il mercato interno. Proprio sul mercato interno, a giudizio di Padoan "l'agenda è rimasta a metà da quando è partita due decenni fa. Per esempio non esiste un mercato interno dell'energia o del digitale". La quarta condizione, infine, è che "devono avere chiari gli incentivi per trasferire i fondi nazionali al nuovo meccanismo".