MARSALA. Stato di agitazione proclamato dall’«Unione pastori siciliani»: se i caseifici non accoglieranno la proposta di prezzo, da mercoledì prenderà il via il blocco del latte: «nel resto d’Italia il latte è quotato in media un euro al litro più iva, noi chiediamo 80 centesimi. La nostra è una battaglia per la sopravvivenza». Stavolta fanno sul serio e prendono le distanze dalle sigle sindacali del settore che, nei giorni scorsi hanno fatto sapere, a mezzo stampa, che sarebbe stato trovato un accordo tra allevatori e caseari.
Dopo la costituzione dell’«Unione pastori siciliani», che ha sede a Marsala, ma accoglie 270 allevatori della provincia di Trapani, Palermo ed Agrigento – ognuno dei quali ha in media 500 capi, per lo più pecore, ma anche capre e in minor numero bovini – si sono susseguiti incontri tra allevatori e anche un primo momento di confronto tra pastori e titolari dei caseifici, che si è tenuto a Campobello.
Anche i caseifici si sono costituiti dando vita al «Comitato Unione caseifici siciliani», il cui rappresentante è Tommaso Palmeri della Sicilformaggi di Santa Ninfa. Al momento il latte viene pagato da 68 a 75 centesimi al litro. Gli allevatori dell’Unione avevano chiesto, in prima battuta, di equiparare il costo al resto d’Italia, portando il prezzo del latte a un euro al litro. La controproposta dei caseifici è stata di 78 centesimi (equiparando i prezzi per tutti i caseifici garantendo che non ci sarà più la forbice da 68 centesimi in poi). Tuttavia questa quotazione non è stata accettata dai pastori siciliani che hanno avanzato una seconda proposta.
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