L’Italia è diventata la «società delle sette giare»; poteri sovranazionali, politica nazionale, istituzioni, minoranze, gente comune, sommerso, comunicazione sono mondi non dialoganti, che vivono di se stessi ed in se stessi. È questa l'estrema sintesi del vasto ed articolato rapporto del Censis sulla società italiana, giunto ieri alla sua 48° edizione e che ogni anno puntualmente fotografa l'Italia dei cambiamenti in atto. Con le famiglie che restano cinicamente in attesa pur avendo spesso sufficiente liquidità; con il grande capitale in stato di fiacchezza; con il potenziale umano che fatica a trasformarsi in energia lavorativa; con il patrimonio culturale relegato a ruolo di risorsa inespressa; con un popolo di narcisisti che ha abdicato alla riflessione per inseguire la introflessione delle piazze virtuali; con tutto questo, il nostro Paese sembra orientato verso un declino progressivo. E tuttavia continua a registrare importanti segnali di vitalità. L'interesse suscitato all'estero dall'Italia, come osserva il Censis, non conosce crisi. Siamo la quinta destinazione turistica al mondo, con 186 milioni di presenze turistiche straniere e 21 miliardi di euro spesi. L'export delle «4 A» del made in Italy (alimentari, abbigliamento, arredo-casa e automazione) è aumentato del 30% in quattro anni. Sempre più persone parlano la nostra lingua: circa 200 milioni nel mondo. E crescono le reti di aziende italiane in franchising all'estero, con un totale di quasi ottomila punti vendita in giro per il mondo. Risalta anche la capacità degli immigrati di ritagliarsi spazi interstiziali nell'economia del Paese; le sole imprese di commercio al dettaglio gestite da stranieri rappresentano ormai il 15% del totale. L'ARTICOLO INTEGRALE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA