PALERMO. In alcune zone della Sicilia ha preso il posto di agrumeti abbandonati. In altre ha catturato l'interesse degli agricoltori per il suo profumo inteso, la sua polpa carnosa e, soprattutto, l'alta redditività. Oggi in Sicilia ci sono cinquanta ettari di terreni coltivati a mango, un frutto subtropicale che nell'immaginario collettivo richiama colori e sapori di sud America o India e che, da qualche anno, si sta diffondendo sempre più nell'Isola. Sono quattro le province nelle quali il frutto ha trovato le condizioni ottimali per crescere e svilupparsi: nel Palermitano, a Balestrate; nel Messinese lungo la costa che va da Caronia a Milazzo; ad Acireale e Fiumefreddo nel Catanese e a Solarino, Carlentini e Pachino nel Siracusano.
«È una coltura che si è acclimatata bene e rende molto - spiega Claudio Monfalcone, responsabile del l'Ufficio provinciale per l'Agricoltura della Regione siciliana - perché mediamente è pagata ad 1.80 euro al chilo. Questa pianta, al suo quinto anno di età, può rendere, come produzione lorda vendibile per ettaro, fino a 12 mila euro, per arrivare ai 60-70 mila euro dell'undicesimo anno di vita. Se si considera che il costo dell'impianto, per ettaro, è di circa 30 mila euro e che poi ci sono solo costi di manodopera che si riducono a 5 mila euro all'anno, il breakpoint si ha dal quinto anno in poi. Rimane il problema dell'approvvigionamento delle piante, perché in Sicilia mancano nei vivai e siamo costretti ad acquistarle in Spagna - conclude - ma stiamo lavorando per risolverlo».
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