ROMA. Il petrolio in continuo ribasso comincia ad avere effetto anche sul prezzo dei carburanti. Il greggio Wti è ormai sotto i 75 dollari al barile (74,41 le quotazioni in Asia questa mattina) e anche il Brent è ormai costantemente sotto gli 80 dollari.
Condizione che inizia ad impattare sui prezzi alla pompa anche perché le prospettive di un taglio da parte dell'Opec sembrano ancora incerte in vista della riunione a Vienna del 27 novembre prossimo con la posizione dell'Arabia Saudita che sembra voler mantenere inalterata la propria produzione. Gli appelli a ridurre la produzione avanzata esplicitamente da Venezuela ed Ecuador per sostenere il prezzo del petrolio si scontrano così con il desiderio di Riad di mantenere inalterate le proprie quote di mercato.
Così all'impasse sull'estrazione dell'oro nero da aprte dei paesi produttori fa da contraltare la notizia positiva per gli automobilisti che oggi hanno visto listini aggiustarsi a nuovi ribassi dopo l'avvio dei cali inaugurato ieri dall'Eni. Le medie ponderate nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito indicano infatti, secondo il quotidiano Staffettaonline, la benzina a 1,731 euro al litro (-0,2 cent) e il diesel a 1,648 euro al litro (sempre -0,2 cent).
Le 'punte' in alcune aree sono per la verde fino a 1,778 euro al litro, il diesel a 1,698 e il Gpl a 0,714. Secondo Quotidianoenergia il prezzo medio praticato della benzina si posiziona oggi tra l'1,698 euro al litro di Eni all'1,722 di Q8 e IP (no-logo a 1,553). Per il diesel invece si passa dall'1,620 euro al litro di Esso all'1,644 di Q8 (no-logo a 1,466). Il Gpl, infine, si mantiene tra 0,671 euro al litro di Shell e 0,694 di IP (no-logo a 0,660). A ritoccare i listini di benzina e diesel sono stati Tamoil (-1 cent/litro), IP (rispettivamente -0,8 e -0,6 cent), Q8 (-1 cent), Shell (-1 cent), Esso (-1 e -0,5 cent) e TotalErg (-0,6 e -0,8 cent).
Nonostante i ribassi le associazioni di consumatori lamentano la differenza di prezzo che esiste ancora con i paesi Ue. I prezzi dei carburanti in Italia rimangono i più elevati d'Europa - denuncia il Codacons - a causa dell'elevata tassazione che vige sulla benzina. L'Italia - continua l'associazione - è il paese che detiene il non invidiabile record della benzina più cara d'Europa: rispetto alla media europea di 1,395 euro al litro, da noi la verde costa 0,327 euro in più. Questo significa che per un pieno ad un'automobile di media cilindrata, un automobilista italiano spende 16,35 euro in più rispetto alla media Ue.
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