ROMA. Non si arresta la caduta del prezzo del petrolio. La decisione dell'Opec di non tagliare la produzione e l'aumento esponenziale di quella Usa, oltre al rallentamento dell'economia globale deprimono le quotazioni. Il greggio Wti è sceso di 88 centesimi a 73,3 dollari al barile mettendo a segno la settima settimana di ribassi. Non accadeva dal 1986. Cala anche il Brent di 22 centesimi a 77,27 dollari. Aie: prezzi continueranno a scendere anche in 2015. Le "pressioni al ribasso" sul prezzo del petrolio "dovrebbero continuare nella prima metà del 2015", a causa di una "domanda debole", affiancata da "l'impatto di un dollaro in crescita e di un continuo aumento dell'offerta". Lo scrive l'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) nel suo report mensile sul mercato petrolifero. A ottobre del 2014, l'offerta globale di petrolio è cresciuta di 35 mila barili al giorno, arrivano a 94,2 milioni di barili, 2,7 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Parallelamente, la domanda resta debole, anche se "dopo aver toccato il fondo nel secondo trimestre, è stimata in lieve ripresa nel terzo, dato che il calo ha rallentato sia in Europa sia in Nordamerica". Le stime per la domanda di petrolio complessiva di quest'anno e del prossimo restano invariate rispetto al mese scorso, rispettivamente a 92,4 e 93,6 milioni di barili al giorno.