ROMA. Non c'è solo il flusso migratorio interno da Sud a Nord e quello degli stranieri dalle periferie dell' Europa e dal Mediterraneo, ma anche quello di giovani laureati e professionisti che cercano lavoro all' estero, "70mila unità all'anno, e la corrente "nuova e in via di rapida crescita" dei "pensionati che vanno a vivere all'estero alla ricerca di un clima più mite, di costi della vita più abbordabili e di un regime fiscale più favorevole": si avvicinano ai 400mila le pensioni pagate dall'Inps all'estero, scrive Romano Prodi in un'analisi in prima pagina sul Messaggero.
"Una notevole parte di questi flussi migratori - afferma l'ex premier - appare necessaria e inevitabile", ma "non sono solo conseguenza del destino. Essi possono e debbono essere corretti e guidati dalla politica". "L'Italia non può continuare a spendere centinaia di migliaia di euro per istruire laureati o specialisti che, in numero ormai esorbitante, andranno poi a trasferire all'estero le proprie competenze": Prodi rimarca come impieghiamo risorse "per aumentare il tasso di innovazione e di sviluppo degli altri" e al contempo siamo "sul banco degli accusati perché la produttività del nostro sistema non progredisce".
"Aumentare la spesa pubblica e privata nella ricerca e nell' innovazione non è quindi un lusso ma è l'unico modo per fare avanzare il nostro sistema economico e per utilizzare le risorse umane che abbiamo preparato con tanti anni di impegno e di spesa", spiega.
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