CATANIA. “La compagnia Unipol Sai ha spazzato via con una ingiustificata politica aziendale 13 agenzie generali solo in Sicilia, 29 in tutto il Meridione, mettendo alla porta professionisti con una trentennale esperienza e a rischio il posto di lavoro di decine di lavoratori assunti, snobbando più di trenta milioni di premi assicurativi e gettando nel caos oltre 40 mila utenti”. A denunciarlo è il sindacato degli agenti assicurativi SNA di Catania. “Solo a Catania sono state chiuse 4 agenzie generali, altre 6 a Ragusa e 3 a Enna –spiega il segretario provinciale SNA, Francesco Caruso – e adesso per gli utenti con la polizza in scadenza comincerà una via crucis, di cui francamente non ne capiamo le ragioni”. “Molte di queste polizze, infatti, sono state trasferite nell’unica agenzia di Messina, gestita dalla Sogeist srl, affidataria del servizio dallo scorso 31 ottobre – prosegue Caruso – Quindi, bene che vada, un catanese dovrà impiegare almeno due ore per raggiungere l’unico sportello messo disposizione dalla Compagnia, un ennese almeno tre e un ragusano più di cinque. Ma c’è anche chi dovrà perfino traghettare, come gli abitanti di Cosenza, Calabria, e stare cinque ore in auto. E chi ha la polizia scaduta ?– ironizza Caruso – beh potrà sempre prendere un taxi!”. L’iniziativa maturata dopo l’acquisizione due anni fa di Unipol del pacchetto azionario ex Ligresti Fondiaria Sai “assume quasi i connotati di una epurazione interna, se si pensa – prosegue il segretario provinciale SNA– che le revoche hanno colpito le piccole compagnie precedentemente assorbite dal gruppo, come Liguria e Milano Assicurazioni e che adesso sono destinate a scomparire, perché ne è stata decretata la morte senza programmare né una ricollocazione degli agenti e dei dipendenti e neppure del portfolio da loro faticosamente costruito, destinato inevitabilmente a disperdersi”. Delle agenzie catanesi, la più importante con quasi due milioni di euro di portfolio, punto di riferimento in pieno centro (agente Corrado Zimbone, agenzia Liguria, via Papale) proprio in questi giorni si appresta ad effettuare le consegne agli ispettori della Compagnia, mentre fuori sul marciapiede restano i clienti che non capiscono, non possono neppure pagare e ritirare il loro tagliando e non ricevono le giuste informazioni perché al numero verde ufficialmente attivato, di fatto non risponde nessuno”. “Come sindacato – conclude Caruso –vogliamo denunciare innanzitutto il disagio che la Compagnia Unipol sta arrecando ai cittadini, ma anche le modalità di una scelta fatta in disprezzo dei rapporti umani. Di fatto, si assiste passivamente al depauperamento del nostro territorio che viene sempre più trattato dai grossi colossi come terra di conquista, in un settore, quello assicurativo che eppure scoppia di salute. Il gruppo Unipol Sai nello specifico cresce del 31,4% nel ramo vita, con un utile netto consolidato al 30 giugno che raggiunge 357 milioni di euro con un +4, 5% rispetto all’anno precedente. La vera questione piuttosto sembra essere legata a una posizione dominante assunta dal gruppo Unipol Sai in alcune province, superando con la raccolta premi la soglia consentita dalla legge. “Piuttosto che chiudere senza criterio, la compagnia avrebbe potuto procedere con una riduzione proporzionale del portafoglio tra le agenzie ricorrendo all’art 8 bis dell’accordo imprese agenti”.