PALERMO. Negli ex ispettorati del lavoro mancano 500 dipendenti, tra ispettori e funzionari. Nel frattempo continuano a rimanere ancora dietro le scrivanie dei Centri per l'impiego 300 impiegati regionali che, pur essendo stati formati nel 2006 per diventare ispettori con un corso al Ciapi, costato a mamma Regione 4 milioni, sono rimasti fermi nelle loro postazioni, anziché andare in giro in aziende e cantieri a scovare casi di lavoro nero e sottopagato.
Ennesimo paradosso di un'amministrazione dove queste figure esistono, ma non vengono utilizzate.
Un vuoto che provoca conseguenze allarmanti: disagi e ritardi negli uffici di un'Isola dove la disoccupazione è a livelli record e le scrivanie sono sommerse da 10 mila pratiche di denunce sul lavoro inevase. A lanciare l'allarme è la Uiltucs Uil Sicilia che, con il segretario generale Marianna Flauto, ha inviato una lettera al presidente Crocetta, all'assessore al Lavoro, Giuseppe Bruno, al presidente della commissione Lavoro all'Ars, Marcello Greco e alle forze dell'ordine, per denunciare come il sindacato abbia registrato «con sempre maggiore preoccupazione fenomeni di lavoro sommerso, irregolare e in nero».
I numeri del declino sono contenuti in un dossier del dipartimento regionale al Lavoro, presentato ai sindacati e dal quale emerge la mappa del personale e quello che sarebbe necessario.
A Palermo, la situazione più critica: servirebbero 45 ispettori del lavoro in più e 88 tra collaboratori, dirigenti e funzionari. Il risultato sono ben 4.580 denunce inevase e altre 564 cause pendenti.
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