ROMA. L'anticipo del Tfr in busta paga sarà conveniente per i lavoratori con un reddito fino a 15.000 euro mentre subiranno un aggravio fiscale quelli al di sopra di questa soglia, con un aumento annuale di tasse che, per chi ha 90.000 euro di reddito, arriva a 569 euro l'anno (1.895 euro in meno per il periodo marzo 2015-giugno 2018).
Il calcolo arriva dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro sulla base della norma del ddl di stabilità che prevede che l'anticipo sia assoggettato a tassazione ''ordinaria'' e non separata come ora.
Fino a 15.000 euro di reddito - spiega Enzo De Fusco coordinatore scientifico della Fondazione studi consulenti del lavoro - l'aliquota con il quale verrebbe tassato il Tfr in busta paga rispetto a quello che si ottiene alla fine del Rapporto di lavoro sarebbe la stessa al 23%.
Per i redditi superiori la tassazione separata è vantaggiosa per il lavoratore rispetto a quella ordinaria. Se per i redditi dai 15.000 euro lordi ai 28.650 il divario di imposizione è ancora sostenibile (50 euro in più di imposta l'anno se si chiede l'anticipo in busta paga) oltre questa soglia la richiesta di anticipo non è più conveniente perchè sarebbe tassata al 38% con oltre 300 euro di tasse in più l'anno.
L'imposizione aumenta con la crescita del reddito e per chi guadagna 90.000 euro l'anno arriva a 568,50 euro in più di tasse. In pratica si ricevono in busta paga di Tfr netto 3.544 euro a fronte dei 4.112 accantonati a tassazione separata. Per chi può contare su un reddito di 20.000 euro lordi l'anno il Tfr netto annuale sarebbe di 1.008 euro (84 euro al mese) a fronte dei 1.058 di Tfr netto annuale accantonato in azienda
La misura per rendere disponibile direttamente in busta paga il trattamento di fine rapporto sarà introdotta con la legge di stabilità, e ha ricevuto anche l'ok delle banche. Sarà sostenuta con un fondo di garanzia da 100 milioni.
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