ROMA. Sarà approvata oggi dal Consiglio dei ministri la legge di Stabilità, una manovra da 30 miliardi, con 18 miliardi di tagli alle imposte, annunciati da Matteo Renzi e accolti ieri con soddisfazione da Confindustria. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan ha confermato inoltre che si resterà sotto al limite europeo del 3% del rapporto deficit/Pil, anche se sarà rimandato al 2017 il raggiungimento del pareggio di bilancio, previsto dagli impegni con la Ue, che potrebbe dunque chiedere modifiche alla manovra. Non a caso, ieri sera, Matteo Renzi ha sottolineato: «Il prossimo G20 in Australia sarà focalizzato sulla crescita: tutto il mondo, tranne qualcuno in Europa, capisce che la crescita è la priorità». Padoan: restiamo nelle regole. Il ministro dell'Economia ha confermato ieri che «il limite del 3% del deficit/Pil sarà rispettato, staremo sotto e andremo avanti con il consolidamento strutturale», ed ha spiegato che il rinvio del paraggio di bilancio è dovuto alla recessione: «Quello che conta - ha detto - è che continuiamo ad avere il target del pareggio, c'è solo un ritardo dovuto al fatto che il contesto economico si è altamente deteriorato. Le nostre relazioni con la Ue - ha aggiunto - sono costruttive, usiamo la flessibilità nelle regole e abbiamo un dialogo aperto con la Commissione. In ogni caso, la correzione del deficit strutturale nella legge di Stabilità resta dello 0,1% del Pil». Secondo fonti d'agenzia resta però il rischio che la Ue possa bocciare la manovra in quanto la correzione prevista era dello 0,5% del Pil. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha comunque spiegato che in caso di richiesta di ritocchi da parte della Ue, «c'è nella manovra un cuscinetto, di circa 2,5 miliardi come valvola di sicurezza». Confindustria: si realizza un sogno. Estremamente positive le reazioni di Confindustria alle misure annunciate nella manovra, in particolare la riduzione per 6,5 miliardi dell'Irap per le imprese e la soppressione dei contributi, per i primi tre anni, per i neoassunti con contratto a tempo indeterminato. «Non possiamo che dichiarare la nostra piena soddisfazione - ha detto ieri il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi - sono norme che vanno esattamente nella direzione da noi auspicata in tanti anni. Quando il premier le ha annunciate, ho sentito che si realizzava quasi un nostro sogno». Del tutto opposto il parere della leader della Cgil Susanna Camusso, ormai sulla linea dello scontro generalizzato con il governo, in vista della manifestazione del 25 ottobre. «Il mix di tagli alla spesa e di riduzione fiscale per alcuni mi pare ci manterrà nello stato recessivo», ha affermato ieri la Camusso.