PALERMO. Ammonta a oltre due miliardi di euro in dieci anni l'investimento previsto dal Piano di Sviluppo Rurale (Psr) presentato dalla Regione all'Unione Europea e annunciato oggi dall'assessore regionale Ezechia Reale nel corso del Forum sull'agricoltura al Centro Pio La Torre di Palermo.
"Puntiamo molto su questo Piano per rilanciare l'economia agricola siciliana - spiega Reale - snellendo l'iter amministrativo e burocratico e innestando contributi e spinte decisive per il rilancio di uno dei settori primari dell'Isola e delle zone rurali. In un territorio in cui sono stati spesi circa 16 miliardi di euro negli ultimi trent'anni la colpa del mancato sviluppo non può essere soltanto della politica, ma anche delle imprese che non hanno saputo allinearsi alla modernità. Per questo - continua Reale - nel Psr sono state inserite premialità alla qualità dei prodotti e alle filiere".
Il Psr si articola su sei priorità di intervento: il trasferimento di conoscenze e innovazione nel settore agricolo e forestale; potenziare la redditività e la competitività delle aziende agricole; promuovere l'organizzazione della filiera agroalimentare; preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura; incentivare il passaggio a una economia a basse emissioni di carbonio; adoperarsi per l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali. "Il problema non è solo spendere le risorse dei fondi strutturali, ma farlo bene nell'interesse della crescita del settore", ha detto Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre.
“La responsabilità dei ritardi è anche delle imprese”. "La politica ha avuto le sue responsabilità nello sviluppo del settore agricolo regionale, ma la colpa di certa arretratezza è dipesa anche dalle imprese: l'incapacità di consorziarsi e mettersi in rete, la mancanza di aggregazione tra produttori non spetta alla politica ma alle imprese". Lo ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Ezechia Reale, intervenendo a un incontro organizzato dal centro Pio La Torre intitolato "L'agricoltura tra sviluppo e legalità: dal Psr alla lotta contro le agromafie".
Sul versante della lotta alle agromafie, l'assessore ha poi aggiunto: "La mafia è nata nelle campagne e non le ha mai abbandonate, ma la nostra regione rispetto alle altre ha un'esperienza nel contrasto costata lacrime e sangue. Va prestata maggiore attenzione alla repressione delle frodi alimentari e alla contraffazione delle etichette dei prodotti italiani, un business stimato in 60 miliardi di euro che causa anche un forte danno di immagine al nostro prodotto".
"Al settore agricolo non sono mancati i sussidi pubblici, anzi - ha aggiunto l'assessore - ma l'agricoltura siciliana, non può competere sul prezzo ma puntare alla qualità, facendo tesoro delle caratteristiche del territorio, esattamente come avviene nella moda".
All'incontro, moderato dal presidente del centro studi, Vito Lo Monaco, sono intervenuti anche i presidenti regionali della Cia, Rosa Giovanna Castagna, della Coldiretti Alessandro Chiarelli e della Confagricoltura Ettore Pottino, Natale Mascellino del Copagri, il Segretario Regionale della Flai-Cgil, Salvatore Tripi e il professor Antonio Bacarella.
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