Giovedì 19 Dicembre 2024

Raffineria Eni di Gela, i sindacati proclamano 8 ore di sciopero

GELA. Otto ore di sciopero territoriale dei chimici e dei lavoratori dell'energia sono stati proclamati dalle segreterie generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, per rispondere alla posizione "poco chiara dell'Eni - dicono - nei cui comportamenti non si evidenzia un piano industriale di sviluppo ma soltanto vendite, dismissioni e depositi". La decisione dei sindacati, che prevede anche l'astensione dei dipendenti da ogni prestazione straordinaria per tutto il mese di ottobre, è stata adottata al termine di una riunione del coordinamento unitario, a Roma, per fare il punto sulla vertenza Eni con particolare riguardo alla raffineria di Gela. Nero il quadro generale della situazione. "Il disegno del management, attraverso la chiusura del cracking di Porto Marghera, che rischia di provocare effetti devastanti sull'intera area produttiva del quadrilatero padano, della Raffineria di Gela, la vendita della Raffineria di Livorno e la probabile dismissione di quello di Taranto, insieme alla decisione di procedere alla cessione di ramo d'azienda a Sarroch - scrivono i sindacati in un loro comunicato - rappresenta plasticamente una dismissione violenta della presenza industriale Eni in Italia". Fermi, secondo Cgil, Cisl e Uil, sia l'accordo di programma di Porto Torres che i lavori di Gela dove non sarebbero stati rispettati gli impegni assunti dall'azienda il 31 agosto presso il ministero dello sviluppo economico con sindacati, governo e Regione Sicilia. Andrebbero a rilento i lavori di ripristino di almeno una delle linee di produzione della raffineria, mentre non sarebbe ancora partita la costruzione dell'impianto di bio-carburanti. Profonda la crisi dell'indotto. E i sindacati del settore chimico e dell'energia hanno annunciato uno sciopero nazionale per novembre se la situazione non si sblocca.

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