ROMA. «Per le nuove assunzioni» viene previsto «il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio». È l'emendamento presentato dal governo al Jobs act ed in particolare all'articolo 4 sul riordino delle forme contrattuali. Nell'emendamento si indica inoltre l'obiettivo di un «Testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali - aggiunge il testo presentato dal governo d'intesa col relatore Maurizio Sacconi (Ncd) - e dei rapporti di lavoro». L'obiettivo è di far diventare il contratto a tutele crescenti la forma principale di inserimento del mondo del lavoro per il tempo indeterminato. Il testo dell'emendamento è stato concordato dal governo e i partiti della maggioranza durante una riunione questa mattina a Palazzo Madama. L'introduzione, "eventualmente anche in via sperimentale, del compenso orario minimo» applicabile ai lavoratori subordinati viene estesa ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa".
Il governo graduerà le tutele ed il periodo in cui saranno crescenti nel decreto delegato: lo ha spiegato il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, a margine della riunione in commissione Lavoro del Senato, dove è è stato presentato l'emendamento del governo al Jobs act, che indica il contratto a tutele crescenti per i neoassunti. «Se il Parlamento fa la delega, il governo eserciterà la delega. Se si impantana, potremmo agire con la decretazione d'urgenza», come affermato ieri dal premier. «Siccome penso che il Parlamento agirà», il governo procederà con i decreti delegati, ha affermato Bellanova, rispondendo ad una domanda sull'ipotesi di un intervento con decreto legge.
L'acceleratore per riformare il mercato e cambiare anche «il diritto» del lavoro è stato premuto ieri sera dal premier. La tensione sull'articolo 18 sale e i mal di pancia anche all'interno del Pd non mancano, mentre lo strappo con il sindacato si allarga.
Basta con «l'apartheid» nel mondo del lavoro, perchè «non c'è cosa più iniqua che dividere i cittadini tra quelli di serie A e quelli di serie B». Bisogna semplificare le regole e garantire forme di «tutela univoche e identiche. Nel 2015 dobbiamo partire con i nuovi ammortizzatori sociali», ha assicurato Renzi, parlando prima in Aula alla Camera e poi al Senato per illustrare il programma dei "Mille giorni". Regole che vanno semplificate sul
fronte contrattuale ma anche per impedire «diversità nei tribunali.
Il tema del reintegro dipende più dalla conformazione geografica che non dalla fattispecie giuridica», ha affermato il premier, tornando quindi sul tema del reintegro previsto dall'articolo 18 nei casi di licenziamento illegittimo. Verso il cui superamento, come affermato dallo stesso premier nelle scorse settimane, è la «direzione» in cui il governo si muove.