PALERMO. Da maggio sono oltre 31 mila i ragazzi siciliani, con un’età compresa tra i 15 e i 29 anni, che hanno affidato il loro futuro professionale ad un piano europeo: «Garanzia Giovani». Un piano che porta in dote oltre 178 milioni di euro. Sono fondi che provengono da Bruxelles e sono a disposizione della Regione per quei giovani che non sono inseriti in percorsi professionali o di formazione (i cosiddetti Neet). Questi 178 milioni di euro dovrebbero servire a creare in Sicilia reali opportunità di lavoro: si va dal contratto di apprendistato al sostegno all’autoimprenditorialità. Ma sono previsti anche bonus occupazionali per le imprese e la possibilità di tirocini. Di tutto questo, però, al momento nessuna notizia. Abbiamo provato più volte a contattare l’assessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno. Abbiamo cercato di avere dei dati su una misura che potrebbe realmente essere la svolta per molti giovani. Ma nulla di fatto. Al momento di certo ci sono solo alcuni colloqui che si sono svolti all’interno dei Centri per l’impiego. Ma sul numero e sul tipo di aziende disposte ad accogliere e assumere giovani in Sicilia ancora nessuna notizia.
L’assessore Bruno, nel corso della trasmissione Ditelo a Rgs (sms al 335.8783600 o mail a [email protected]), aveva assicurato che i tempi d’attuazione del piano «Garanzia Giovani» nell’Isola sono in linea con quelli di altre regioni d’Italia. Ma c’è una differenza. La nostra isola vanta un «primato» nazionale: è la prima regione per numero di adesioni. Secondo l’ultimo report pubblicato giovedì 4 settembre, il numero di giovani siciliani che hanno aderito a Garanzia Giovani è salito a 31.879. Rappresenta il 17 per cento delle adesioni a livello nazionale. Seguono la Campania con 25.713 adesioni e il Lazio che comunque si ferma a 12.439.
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Garanzia giovani, oltre 31 mila adesioni in Sicilia
Nell’Isola continuano a crescere le istanze al piano europeo: è la prima regione in Italia per numero di domande presentate. Pronti 178 milioni di euro per creare opportunità di lavoro: dall’apprendistato all’autoimprenditorialità. Ma non si hanno ancora dati su iniziative intraprese
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