ROMA. Confesercenti lancia l’allarme: al rientro delle ferie molti negozi non apriranno più le saracinesche. L’associazione ha calcolato che già tra luglio e agosto, nel settore del commercio, per ogni nuova impresa che ha aperto i battenti ben due li hanno chiusi. E tra le regioni più colpite ci sono la Sicilia (15 chiusure al giorno e solo 5 aperture) ed il Lazio (6 aperture ogni 15 chiusure).
La notizia è riportata sull’edizione on line della Stampa dove la Confesercenti mette in evidenza il dramma di molte realtà come bar, ristoranti, negozi di abbigliamento e librerie, imprese che magari hanno una lunga storia imprenditoriale alle spalle: «Per molti - spiegano alla Confesercenti - la chiusura del negozio in cui hanno lavorato tutta la vita, magari insieme alla famiglia, è una sconfitta personale. Per questo qualcuno approfitta delle ferie per chiudere».
Ma la crisi colpisce anche le nuove realtà: “Oggi – denuncia Confesercenti al quotidiano torinese - un’impresa su 4 dura addirittura meno di tre anni: a giugno 2014 oltre il 40% delle attività aperte nel 2010 – circa 27mila imprese - è già sparito bruciando investimenti per circa 2,7 miliardi.
La crisi è nera su tutti i fronti: dai consumi che non ripartono al flop dei saldi, dai negozi di sigarette elettroniche alle rivendite di giornali. L’unico piccolo segno positivo è dato dal commercio ambulante fa segnare un leggero miglioramento, mentre aumentano, ma molto meno che in passato le imprese di vendita on line.
«L’avvio del 2014 è stato peggiore di quanto ci aspettassimo – commenta il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni -. Siamo entrati nel terzo anno di crisi e molte imprese semplicemente non ce la fanno più, schiacciate dalla diminuzione dei consumi e l’aumento della pressione fiscale».
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