Faraone: posto fisso? I precari lavorino dai privati Crocetta: «Proposta sganciata dalla realtà»
PALERMO. «Stop a finte o impossibili stabilizzazioni. Apriamo il mercato dei servizi pubblici ai privati e incentiviamo il trasferimento dei precari nelle aziende»: è la proposta di Davide Faraone, unico componente siciliano nella segreteria nazionale del Pd. Una proposta che punta a rompere il modello storico di gestione di contrattisti, forestali e Lsu ma che non trova sponde in Crocetta.
Faraone ha un disegno di legge a cui sta lavorando l’assessore regionale, Giuseppe Bruno. La scintilla, in pura chiave renziana, è la constatazione che «fino a ora lo stipendificio ha prevalso sull’idea di lavoro vero. Sono state chieste deroghe al patto di stabilità per stabilizzazioni annunciate senza alcuno straccio di piano industriale». Faraone passa in rassegna i casi di Lsu comunali (20 mila), Gesip (1.800) e Pip (3.200) di Palermo, forestali della Regione (26 mila): per via della proliferazione di questi precari si è impedita la crescita di iniziative economiche sane nei settori di riferimento. E questo ha impedito a sua volta la creazione di lavoro vero».
Fatta questa premessa, ecco il piano dei renziani: «Bisognerebbe interrompere i rapporti di lavoro dei precari con le strutture in cui oggi sono impiegati ma che non sono più in grado di poterne mantenere l'occupazione. Rotto questo legame, i precari dovrebbero confluire in un unico bacino che chiameremo Agenzia regionale per l’equità sociale e la promozione del lavoro». Questa Agenzia, prosegue Faraone, «assicurerà ai precari che non superino certe condizioni di patrimonio e di stipendio il diritto a ricevere un “reddito minimo”, indipendentemente da qualsiasi prestazione di lavoro. L’Agenzia dovrà inoltre promuovere la formazione professionale dei precari per favorirne il reinserimento nel mercato del lavoro».
I precari degli enti locali costano ogni anno circa 300 milioni. I 3.200 Pip sono arrivati a costare 36 milioni all’anno ma da quest’anno si scenderà a 24. Per i forestali si investono circa 250 milioni. E tutto ciò senza considerare i trasferimenti alle società partecipate per il costo di un personale (circa 7 mila addetti) che ora rischia di essere paracadutato nell’orbita della Regione.
Un quadro che suggerisce a Faraone di impiegare diversamente questi fondi pubblici: «Il reddito minimo erogato dall’Agenzia può anche essere inferiore all’attuale stipendio. Ma è finalizzato alla trasformazione del lavoro precario in lavoro vero e produttivo. In ogni caso i posti dei precari scompariranno a breve perchè il sistema pubblico non reggerà a lungo. È il motivo per cui già non vengono pagati gli stipendi in molte realtà».
Faraone pensa allora a «un meccanismo a tutela decrescente per un arco temporale variabile in relazione all'età dei soggetti. Ci sarà un periodo nel quale viene assicurato reddito minimo e copertura contributiva al termine del periodo di fruizione del trattamento di disoccupazione ed un periodo ulteriore di solo trattamento minimo di sostegno al reddito». Creata questa Agenzia, Faraone pensa di aprire ai privati - tramite bandi - il mercato dei servizi in cui erano impiegati i precari. Le aziende che si aggiudicheranno i bandi dovranno poi reclutare il personale dall’Agenzia sfruttando incentivi e defiscalizzazione. Il personale che rifiuta per tre volte un posto di lavoro (anche diverso da quello che ha avuto fino a ora) perderà anche la tutela dell’Agenzia. I renziani incalzano così il governo. Crocetta però frena e mostra disappunto per le incursioni dei partiti nella vita amministrativa. Il presidente ricorda che «l’idea di inserire i precari nel mondo imprenditoriale è già stata avanzata dalla giunta e abbiamo provato a realizzarla con articoli della Finanziaria che però sono stati ingiustamente impugnati». Crocetta si dice anche scettico «sul fatto che la Regione si occupi di Gesip e Pip perchè significherebbe che il Comune di Palermo scarica i suoi problemi su di noi». E anche sulle partecipate Crocetta assicura che «la giunta sta portando avanti un piano di riordino che riguarderà anche il personale». Crocetta si mostra ancora più indispettito per il modo con cui la proposta è arrivata: «I problemi amministrativi si affrontano con studi e leggi. E sono diversi dai problemi politici. Evidentemente chi non vive da dentro le questioni si limita a proporre soluzioni che restano sganciate dalla realtà».