PALERMO. Pagare senza soldi (contanti). È questa la nuova frontiera degli acquisti che gli italiani, stando ai numeri, mostrano di sinceramente apprezzare. Quel piccolo mostro (buono) che sonnecchia nelle nostra tasche, lo smartphone, dimostra ogni giorno di più le sue enormi potenzialità a vantaggio di un pubblico fatto non soltanto di teenager dalle dite agili, ma anche di quanti (con qualche anno in più) si crogiolano in un sussiegoso distacco verso le nuove tecnologie.
In realtà quella che chiamiamo «nuova frontiera» ha già dato vita ad un robusto e consolidato mercato; un mercato che non solo è passato indenne attraverso i mari perigliosi della più lunga e pervadente crisi nei consumi delle famiglie italiane a memoria d'uomo, ma che addirittura è riuscito a raddoppiare il fatturato. Ed in effetti, tra il 2008 ed il 2013 le vendite con «moneta elettronica» dei siti italiani sono passate da poco più di 5 miliardi ad oltre 11 miliardi di euro, con una crescita esponenziale del 220%; lo rileva l'Osservatorio eCommerce della School of Management del Politecnico di Milano. Di questo grande mercato, ma principalmente della grande opportunità che esso rappresenta per produttori e consumatori, si è parlato a Palermo nel corso di un incontro promosso dal Gruppo Banca Sella, grazie all'ospitalità del Presidente della Camera di Commercio.
Fabio Mazzola, preside di economia e commercio, ha offerto un interessante spaccato sulla realtà del commercio elettronico in Sicilia. Certo, fa pensare che in un mercato, qual è quello di internet, con oltre due miliardi di utenti on line, almeno la metà delle imprese siciliane non abbia un sito web; certo non conforta che il 70% dei siciliani non abbia mai fatto un acquisto via internet, e lascia perplessi che malgrado la spesa pubblica di 300 milioni di euro all'anno per la formazione, appena l'1,5% degli impiegati comunali in Sicilia abbia fruito di un corso sull'uso degli strumenti informatici. Ma al di là delle considerazioni che ciascuno può fare, questi dati non smentiscono, anzi ulteriormente confermano l'enorme potenzialità del mercato elettronico.
Ne è convinto Pietro Sella, amministratore delegato e direttore generale della Banca Sella, presente a Palermo con 12 sportelli, che vanta una lunga e consolidata tradizione nelle tecnologie informatiche e che viene comunemente considerata tra gli operatori più avanzati nella diffusione di tali servizi. L'occasione dell'incontro di Palermo è venuta dal lancio di un nuovo «applicativo» per smartphone e tablet; si chiama UpMobile è scaricabile gratuitamente da Apple Store ed è stato già adottato da numerose aziende di servizi ed amministrazioni locali. Sono sempre più numerosi i servizi che si possono pagare per via elettronica, senza dover neanche digitare il numero della carta di credito. Il pagamento può avvenire in qualsiasi momento e ovunque ci si trovi, in pochi secondi e in sicurezza. Ecco allora che a Udine è possibile acquistare i biglietti degli autobus urbani lanciando l'applicativo che, oltre a fornire informazioni sugli orari, i tempi di percorrenza e le fermate, dà la possibilità di acquistare il titolo di viaggio; la ricevuta sullo schermo del proprio telefono cellulare o del tablet vale come «biglietto elettronico» anche per i controlli a bordo (quanto sembra lontana Palermo!). Altri accordi sottoscritti dal Gruppo Banca Sella riguardano, invece, il pagamento delle utenze e dei tributi comunali. Il Comune di Lecce ha affidato con gara a Banca Sella la gestione dei tributi locali. Palermo si muoverà sulla stessa strada?
Nei grandi numeri, abbigliamento, editoria, elettronica ed arredamenti tirano la corsa dei beni commercializzati on line, mentre le assicurazioni, il turismo e le ricariche telefoniche caratterizzano il segmento dei servizi. Soltanto nel turismo, ad esempio, il 2013 ha visto andare a buon fine quasi 20 milioni di ordini con una spesa unitaria media di oltre 300 euro. Del resto i principali «player» di questo mercato sono nomi noti. Sono operatori come Alitalia nei servizi, Directline nelle assicurazioni, Amazon nei prodotti. Per chi, poi, avesse dubbi sulla sicurezza degli acquisti regolati attraverso le nuove transazioni elettroniche, valga la conclusione cui perviene l'Osservatorio eCommerce, che quantifica appena nello 0,13% (in valore) le transazioni oggetto di frodi. Insomma, un grande mercato che cresce in misura esponenziale e che dovrebbe maggiormente stimolare e coinvolgere proprio quegli operatori che si trovano geograficamente «ai confini dell'impero» e che, con la Sicilia in testa, soffrono la lontananza fisica dai grandi mercati di consumo, oltre che macroscopiche carenze nelle reti commerciali di vendita.
Quella del commercio elettronico è quindi una direzione di marcia che dovrebbe vedere impegnate - in una funzionale attività «educativa» delle imprese - le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, le stesse Camere di Commercio, come ha ricordato Roberto Helg, e le istituzioni pubbliche; tutte con lo stesso obiettivo: motivare i giovani e le imprese ad impegnarsi in un mercato dove le distanze si annullano, i costi all'ingresso sono risibili, le barriere tecnologiche facilmente superabili e la creatività può giocare un ruolo fondamentale. È stato fatto l'esempio di un piccolo produttore di nicchia di vini siciliani di qualità che puntasse sul web; quali spazi potrebbe crearsi con pochi investimenti ed un po’ di impegno creativo? Una volta operare sui mercati mondiali era prerogativa soltanto di pochi colossi; oggi con il commercio elettronico anche un piccolo artigiano con un bugigattolo può fare boom. Come ha detto Pietro Sella, questo è il momento della discontinuità; cosa altro potrebbe farsi, dopo una crisi tanto prolungata, se non cavalcare l'onda del cambiamento e dell'innovazione sulle salde gambe di tanti giovani? Mandiamo fuori i nostri prodotti piuttosto che i nostri ragazzi.