PALERMO. C’è la soppressione dell’Agenzia per l’impiego e dell’Azienda foreste demaniali nel piano del governo regionale destinato a realizzare i tagli imposti da Roma. Un piano la cui bozza è già sul tavolo dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, e che verrà messo a punto in una riunione con i vertici dell’assessorato già fissata per domani.
Armao ha già diffuso alla vigilia di Ferragosto una circolare con cui dava direttive agli assessorati per il taglio di 613 milioni nel 2012. La manovra bis varata a Roma porterà la riduzione di spesa a un miliardo e 40 mila euro. Ogni assessore dovrà presentare entro il 12 settembre le proprie proposte per realizzare materialmente i tagli nei propri capitoli di spesa.
Per le misure generali si parte invece dalla bozza di fine luglio, quella che Armao e Lombardo speravano di varare entro metà agosto. Nel capitolo dell’assetto della Regione la misura principale è l’abolizione dell’Agenzia per l’impiego (l’ufficio che oggi si occupa di precari e provvedimenti per l’occupazione) e dell’Azienda foreste.
La prima, oggi guidata da Letizia Di Liberti (area Fli) verrà accorpata al dipartimento Lavoro. La seconda, guidata da Rino Giglione (vicino a Michele Cimino, Forza del Sud) è uno dei dipartimenti dell’assessorato all’Agricoltura e cederà le competenze sui 18.500 forestali all’assessorato all’Ambiente, dove c’è già il Corpo forestale, che gestisce gli altri 7 mila forestali.
La manovra sui forestali è molto ampia. E passa da una norma che Armao tentò di inserire già in Finanziaria: prevede la cessione dei boschi e di alcuni tratti di costa ai privati. Lì potranno essere realizzati servizi per la fruizione che devono però impiegare i forestali. In pratica la Regione spera di cedere il proprio patrimonio e anche parte o tutti dei 29 mila precari del settore che costano 300 milioni all’anno. In cambio è disposta a concedere anche un contributo per l’investimento dei privati.
È sul personale e sugli assetti amministrativi, infatti, che ruoterà la manovra regionale. Verranno tagliati i compensi dell’Aran e gli uffici speciali della Regione saranno ridotti a 4. Torna d’attualità anche la cancellazione di tutti gli enti del mondo dell’agricoltura: i consorzi di ricerca, l’Istituto per l’incremento ippico, l’Ente sviluppo agricolo (Esa), la stazione sperimentale per la granicoltura e l’Istituto sperimentale zootecnico verranno chiusi e le loro funzioni passeranno all’unico Centro regionale per l’innovazione in agricoltura. Gli undici consorzi di bonifica verranno ridotti a due: resteranno in vita solo quelli di Palermo e Catania ai quali verranno accorpati tutti gli altri. Un successivo decreto deciderà quanti consorzi di ripopolamento ittico potranno restare in vita, intanto decadranno i consigli di amministrazione. Saranno aboliti anche i comitati tecnico-scientifici degli enti parco: le funzioni passeranno al Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale.
La manovra allo studio prevede l’abolizione delle circoscrizioni e il divieto per i Comuni con meno di 30 mila abitanti di costituire società (quelle in vita verranno poste in liquidazione). Per quanto riguarda le partecipate della Regione, Armao firmerà domani il decreto che avvia la liquidazione o l’accorpamento in base al piano approvato dall’Ars all’inizio dell’estate.
Intanto il governo sta studiando una delle norme meno chiare della manovra nazionale, quella che prevede la possibilità di compensare i tagli decisi per i ministeri con i fondi Fas. La preoccupazione di Armao e Lombardo è che ciò faccia diminuire ancora i fondi destinati alla Sicilia. Secondo l’assessore «le misure decise a Roma provocheranno in Sicilia una fase di recessione perchè impediranno la creazione di ricchezza locale che a sua volta produrrebbe tributi». Per contrastare questo rischio Armao ha annunciato che, finanziato dall’Ars, il credito di imposta per le imprese partirà a ottobre.
Regione, manovra: scompare l'Agenzia per l'impiego
E' prevista anche l’abolizione dell'Azienda foreste demaniali nel piano del governo siciliano destinato a realizzare i tagli imposti da Roma
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