ROMA. La "Vastedda della Valle del Belice" è entrata oggi ufficialmente nel registro delle denominazioni d'origine protette dell'Unione europea. Il ministero per le Politiche agricole ne dà notizia attraverso la pubblicazione del regolamento sulla Gazzetta Ufficiale.
Il prodotto è un rarissimo formaggio di latte di pecora a pasta filata, realizzato in alcuni comuni delle province di Agrigento, Trapani e Palermo. Va consumato fresco ed è ottenuto da latte ovino intero, crudo, ad acidità naturale di fermentazione e dal caglio naturale di agnello. La tecnica della filatura, infatti, non si adatta facilmente alle caratteristiche del latte ovino e occorre molta abilità manuale e delicatezza per trattare la pasta ed ottenere questo prodotto. Dopo la filatura, si ottiene una massa morbida che viene posizionata e collocata nella cosiddetta vastedda, che in dialetto siciliano significa, appunto, “piatto fondo”.
Il formaggio ha una forma simile a una focaccia, è privo di crosta ed ha un colore bianco avorio. La pasta è liscia, con eventuali accenni di striature, mentre l'aroma è quello caratteristico del latte fresco di pecora, dal sapore dolce e gradevole, con venature lievemente acidule e mai piccanti. La Vastedda ha profumi di latte, di pascolo e di vaniglia.
“L'ovinicoltura e l'attività casearia nell'area di produzione della Vastedda - ricorda il ministero - hanno un'antichissima tradizione: ancora oggi l'allevamento delle pecore è di tipo tradizionale e viene praticato in ovili adatti al benessere del bestiame. Da sempre viene utilizzato per la produzione della Vastedda”.