Conferme, ritorni e debutti, Le vie dei tesori chiudono oggi con grande successo il festival di riappropriazione del territorio delle nove province siciliane. L’edizione 2024 ha davvero coinvolto tutta l’Isola essendo presente in 18 città: Palermo, Catania, Messina, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Trapani, Bagheria, Carini, Corleone, Termini Imerese, Sciacca, Marsala, Mazara, Alcamo, Scicli, Noto e la new entry Leonforte. La manifestazione ha portato l’apertura di oltre 700 luoghi, ha offerto esperienze uniche, organizzato percorsi del gusto direttamente nelle aziende, ma anche visite teatralizzate, passeggiate d’autore, spettacoli e concerti.
Dalle cripte ai voli in Piper, dalle abbazie nascoste ai palazzi nobiliari affrescati, dai giardini officinali alle torri sul mare, dalle miniere ai teatri alle ghost town. Senza dimenticare il mosaico romano restaurato e visitabile per la prima volta dopo 150 anni, le collezioni universitarie note soltanto agli studiosi, i musei-gioiello con reperti inattesi; i villini liberty, castelli e torri, giardini inaccessibili dei conventi, persino depositi di autobus, un aeroporto, le sedi delle prefetture e dei seminari vescovili.
In poche parole un lunghissimo evento (quasi due mesi dal 14 settembre al 3 novembre) alla scoperta di meraviglie (www.leviedeitesori.com). Un impegno di «riappropriazione della bellezza» che racconta l’intera Isola e che quest’anno diventa maggiorenne: era il 2006, infatti, quando nasceva la prima edizione a Palermo, dieci luoghi del tutto inattesi, una nuova narrazione non accademica ma in seno all’università.
Da lì in poi Le Vie dei Tesori ha aumentato i suoi visitatori anno dopo anno, si è allargata a tutta l’Isola, ha raggiunto numeri importanti e ha dovuto fare i conti con la pandemia, ma è stata tra le pochissime realtà italiane a non fermarsi mai, e ha proseguito la sua corsa. Nel 2023 il festival ha raggiunto le 255 mila presenze in 17 città; l’Otie (osservatorio turistico delle isole europee) ha certificato una ricaduta economica sul territorio che ha superato i sette milioni e mezzo di euro, un indice di gradimento del 90 per cento, una community importante sui social.
«Una rassegna che ha saputo creare sinergie e dialogo con istituzioni dello Stato, Regione, atenei, comuni, diocesi, gestori privati, proprietari di palazzi nobiliari; che ha portato la cultura e la curiosità fuori dai siti istituzionali e dagli atenei, seminando conoscenza.
«La narrazione è scoperta e riappropriazione, soprattutto se affidata ai giovani, al racconto delle comunità che si animano della narrazione collettiva» dice Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori. Il festival propone ai cittadini un’alleanza nel segno della cultura, della conoscenza, della riappropriazione degli spazi. E di contro, offre ai turisti la possibilità di visitare città aperte, raccontate, dense di nuove prospettive, di nuovi spunti di dialogo, di nuove forme di accoglienza. Un impegno civile, prima ancora che culturale.
«Per la prima volta c’è un testa a testa tra Palermo e Catania - conclude Laura Anello -, scopriremo solo tra qualche giorno chi ha vinto come numero di presenze tra palazzo Costantino ai quattro Canti e l’anfiteatro romano della città etnea, un sorprendente Colosseo nero, aperto di notte grazie a un accordo con il Comune. Non è certo un derby campanilistico ma un modo delle due città di tenersi per mano. È una festa di comunità».
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