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Nessun funerale di Stato per Alain Delon ma una cerimonia intima nella sua tenuta di Douchy, queste le sue volontà

Era stato lo stesso attore a progettare la cappella, a decidere in anticipo tutto

Nessun funerale di Stato, come per Charles Aznavour, Johnny Hallyday o Jean-Paul Belmondo, per la leggenda del cinema Alain Delon, morto ieri, all’età di 88 anni. A chiederlo era stato lo stesso attore francese in un’intervista del 2018, quando gli era stato chiesto esplicitamente se alla sua morte avrebbe voluto un tributo nazionale, una cerimonia pubblica alla presenza delle più alte cariche dello Stato.

Delon aveva risposto: «No, no, assolutamente no! Assolutamente no!». A confermare la richiesta oggi, secondo quanto riporta la stampa francese, è stato il sottoprefetto della Regione del Loiret, Christophe Hurault: «Sono state avviate le procedure amministrative in questa direzione» e la prefettura ha dato il suo «accordo di principio».

Nell’intervista del 2018, rilasciata a Catherine Ceylac nello show «Thè ou Cafe», Delon aveva aggiunto: «Sappiamo già dove sarò sepolto», riferendosi sicuramente alla sua casa di Douchy, nella regione del Loiret. «Voglio essere seppellito come tutte le persone comuni, e assolutamente non come gli artisti che hai menzionato», aveva insistito l’attore rivelando anche di voler essere non troppo lontano dai suoi 35 cani.

Era stato lo stesso attore a progettare la cappella, a decidere in anticipo tutto. Sarebbe però allo studio, in un secondo momento, una cerimonia meno solenne, che permetterebbe al pubblico (al quale lui aveva detto di dover tutto) di rendergli un ultimo omaggio.

 

 

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