Mercoledì 18 Dicembre 2024

«Fedez si dichiarò nullatenente», esposto del Codacons: lui replica che non è vero, «Non l'ho mai detto»

Continua la querelle tra Fedez e il Codacons, che ha annunciato di aver presentato un esposto alla guardia di finanza per «possibili situazioni di interesse poste in essere nell’ambito del gruppo societario facente capo» al trentaquattrenne rapper milanese che si era dichiarato «nullatenente».

L'esposto

Il Codacons fa riferimento a una frase pronunciata da Fedez in un’udienza del novembre 2020, in cui era accusato di una diffamazione ai danni dell’associazione consumatori. I «beni mobili o beni immobili registrati» sono intestati «alle mie società», aveva dichiarato in quell’occasione il cantante, come si sente nell’audio pubblicato da Repubblica che ha anticipato la notizia. La querela del Codacons a Milano era finita in archiviazione ma quelle parole hanno suscitato l’attenzione dell’associazione che ha commissionato uno studio a Gian Gaetano Bellavia, commercialista ed esperto di diritto penale dell’economia. Ne è emersa l’analisi di «una trama societaria in cui si presentano e si ripetono tutti gli indici di pericolosità fiscale». Nell’esposto di nove pagine alla guardia di finanza di Milano e Roma, pur precisando di non poter verificare o affermare che il «gruppo Fedez» evada le tasse, si denuncia «un uso continuo e ripetuto di operazioni poco trasparenti e talvolta senza un’apparente ragione economica» e si chiede di verificare «come sono state gestite fiscalmente le suddette operazioni che generano disallineamenti tra gli effetti civilistici e gli effetti fiscali».

La replica del cantante

Fedez ha replicato prontamente. «Prendo atto - ha detto- di questo grandissimo scoop che sta circolando su tutte le testate diramato dal Codacons in cui campeggia il titolo “Fedez dichiara che è nullatenente”. No, non è vero, non ho dichiarato questo: come sempre prendono un pezzo di una cosa, la decontestualizzano e la fanno passare per un’altra cosa». Fedez spiega in una storia su Instagram che «in uno dei tanti procedimenti per diffamazione che mi ha fatto il Codacons, tutti archiviati ci tengo a dire, il giudice mi chiede: “Federico, tu possiedi beni immobili, navi o macchine?”. E io faccio: “No, è tutto intestato alla mia società”. Da questo punto di vista - prosegue - sono nullatenente, che non vuol dire che sono nullatenente in generale». Detto ciò, conclude «io ho avuto controlli da parte della guardia di finanza, che non hanno mai rilevato nulla di illegale, attualmente non ho nulla in sospeso, quindi mi domando quale sia la notizia, quale sia l’illecito, perché il Codacons per far parlare di sé deve sempre buttare m...a su di me e sulle persone con cui lavoro».

La controreplica

Il Codacons ha controreplicato:_ «Evidentemente Fedez ha la memoria corta e non ricorda che i procedimenti penali a suo carico avviati a seguito di denuncia del Codacons non sono stati affatto tutti archiviati». L’associazjone definisce «farneticante» la storia pubblicata su Instagram dal cantante, nella quale «è tornato ad attaccare l’associazione dei consumatori per fantomatici scoop che in realtà la stessa associazione non ha mai diffuso». Il Codacons ricorda che «il prossimo 6 maggio il rapper dovrà rispondere del reato di calunnia ai danni del Codacons in un procedimento aperto dinanzi al Tribunale di Roma, e in quell’occasione dovrà anche dare risposta alle domande che saranno poste dai nostri legali».

L'archiviazione per Maso

Nel frattempo, Fedez ha incassato l'archiviazione, ad opera del gip di Roma, dell’indagine che lo vedeva indagato con l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti di Pietro Maso, l’uomo che ha scontato una pena ad oltre 30 anni di carcere per avere ucciso nel 1991 i suoi genitori ed è tornato libero nel 2015. L’iscrizione era legata ad una denuncia presentata dall’avvocato Alessio Pomponi, difensore di Maso, in relazione al testo della canzone «No Game-Freestyle» pubblicata nel giugno 2021 da Fedez, dove si fa riferimento alla vicenda processuale di Maso. «Flow delicato, pietre di raso, saluti a famiglia da Pietro Maso, la vita ti spranga sempre a testa alta come quando esce sangue dal naso», è il passaggio del brano contestato dall’avvocato. Per il giudice però non si ravvisano gli elementi della diffamazione e da qui l’archiviazione del procedimento.

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