
Due giornate a Bruxelles sono state dedicate al riconoscimento e alla promozione della lingua e della cultura siciliana a livello europeo attraverso incontri con rappresentanti del governo, accademici, amministratori locali e musicisti. «Unire il mondo associazionistico, al mondo artistico, a quello accademico per trasmettere per la prima volta il patrimonio di ricchezza della lingua siciliana». È l’ambizione dell’eurodeputato di Alcamo, Ignazio Corrao (Greens) che ha ospitato una corposa delegazione con oltre 150 persone.
L’obiettivo pionieristico - ha spiegato l’europarlamentare - è spingere su tutti i livelli istituzionali un progetto reale, concreto per riuscire finalmente a salvaguardare e proteggere il siciliano. Siamo riusciti a fare qualcosa di miracoloso: mettere insieme le tante anime che hanno dedicato la loro vita alla lingua e alla cultura siciliana e stringerli attorno a quello che abbiamo definito il Manifesto di Bruxelles, ossia una storica dichiarazione di intenti nel cuore dell’Europa da parte di tutti i partecipanti».
«La nostra idea è che il siciliano sia stata sempre una lingua, non una corruzione dell’italiano, perché nacque prima dell’italiano», ha detto il professore emerito della St. John’s University, di New York, Gaetano Cipolla, ricordando come «Dante stesso scrisse nel «De vulgari eloquentia» che per i primi 150 anni della letteratura italiana qualsiasi poesia scritta in lingua era scritta in siciliano».
Secondo il docente universitario della prima cattedra di siciliano al mondo presso l’Università Manouba di Tunisi, Alfonso Campisi, è necessario dare un nuovo slancio a questa lingua e per farlo crediamo che sia necessario avere un approccio strategico e sistematico», condividendo «una serie di principi all’interno di un manifesto per la promozione della lingua siciliana» poiché «la tutela delle lingue regionali è un valore fondamentale che è protetto a livello di Unione europea».
Il professore Giovanni Ruffino ha messo in evidenza lo straordinario lavoro di ricerca scientifica prodotto dal Centro di studi filologici e linguistici siciliani che dirige e messo in guardia dai pericoli della deriva folkloristica.
7 Commenti
Vincenzo
10/12/2023 02:30
Bravi.siti cu la strata bona
Elena
10/12/2023 09:07
Sono una donna siciliana e mi rincuora sapere che la nostra lingua venga apprezzata perchè pare che sia diventata una vergogna parlarla. Grazie per questo riconoscimento.
Augusto Marinelli
10/12/2023 12:43
Una lingua è viva quando la si parla, non quando la si studia. Oggi non si parla più il siciliano, al massimo si usa un italiano "sicilianizzato": e le ragioni sono troppo lunghe da spiegare in poche righe.
Antonino
10/12/2023 13:31
Sono nato in Sicilia da genitori siciliani e ho sempre parlato il siciliano in famiglia e con gli amici. Sono sposato con una veneta e i miei figli capiscono entrambi i dialetti e parlano in italiano. Questo per dire che non ho nulla contro l'utilizzo del nostro dialetto, ma nel contempo non posso non costatare che l'Italia è piena di dialetti e il siciliano è uno di questi. Nel contempo a me pare che nei momenti di crisi economica e politica, in un'epoca ritornata ad essere caratterizzata da crisi, guerra, rivolte e rivoluzione emerga un certo sicilianismo retrogrado. Personalmente credo più utile l'utilizzo dell'italiano in un momento in cui il ministro dell'istruzione vuole ridurre l'insegnamento delle materie umanistiche nelle scuole tecniche e magari dello spagnolo a livello europeo in alternativa all'inglese.
Nella
10/12/2023 16:13
Vedo un fiorire e un risveglio dell'orgoglio siciliano, in particolare un comune sentire in ordine al riconoscimento, alla promozione della lingua siciliana che traccia la nostra identita'. Spero che il manifesto trovi concretezza anche con la nostra partecipazione a condividere la diffusione, la conoscenza di quello che sarebbe stato ....per tutta l'Italia il "Siciliano illustre. Nella Privitera
Paolo Monaco
11/12/2023 20:25
Non serve soltanto diffondere la lingua siciliana, ma la verità storica e i documenti storici che evidenziano che la prima lingua dell'Italia è stata la lingua siciliana.
Angelo
12/12/2023 19:10
Da buon Siciliano sono convinto che il livello culturale raggiunto a quell'epoca dalla Sicilia era molto alto e certamente la lingua siciliana avrebbe potuto essere esportata fuori dalla Sicilia!