È morto a Torino il filosofo Gianni Vattimo, noto per aver elaborato la teoria del «pensiero debole» in contrapposizione alla metafisica tradizionale. Ne dà notizia il compagno Simone Caminada. Vattimo, 87 anni, tra i massimi esponenti della corrente postmoderna, era nato nel capoluogo piemontese nel gennaio 1936. Il suo ideale politico-religioso si riassume in una forma da lui definita «comunismo cristiano» e «comunismo ermeneutico», un ideale antidogmatico di «comunismo debole» nel pensiero e nell’essere, che si ispira alla vita comunitaria delle prime comunità cristiane. Che rinnega e si oppone alla violenza della industrializzazione pesante forzata e dello stalinismo in genere, così come alle tesi di Lenin e del terrorismo, muovendo a favore di una sinistra improntata al dialogo, alla dialettica e alla tolleranza. Oltre alla carriera accademica e ai numerosi volumi pubblicati, Vattimo ha anche intrapreso una carriera politica come europarlamentare, e ha contribuito alla divulgazione della filosofia conducendo programmi televisivi per la Rai. Pubblicamente omosessuale, gli ultimi anni, già malato, erano stati funestati dalle polemiche sul ruolo di Caminada, condannato per circonvenzione di incapace dopo la denuncia di un gruppo di amici del filosofo.