Lunedì 23 Dicembre 2024

La storia e il talento di Battiato in "La voce del padrone", il docufilm di Marco Spagnoli al cinema

La voce del padrone

La sensazione di assistere ad un sipario che non calerà mai. Ma che, anzi, sarà ancora protagonista di generazioni intere. Quando coniughi amore, passione, poesia e arte, è difficile non catturare l’attenzione dello spettatore in sala. Quando a tutto ciò si aggiunge la storia, le emozioni e il talento di Franco Battiato, allora hai la conferma che una cosa bella è per sempre, e c’è poco da fare. A realizzare questa impresa artistica, prima che stilistica, è il giornalista e regista Marco Spagnoli, autore del nuovo docufilm "La voce del padrone", in sala dal 28 novembre al 4 dicembre. Un titolo evocativo, quello dell'undicesimo album del cantautore italiano Franco Battiato, pubblicato nel settembre 1981 e che superò il milione di copie vendute, restando al primo posto in classifica per diciotto settimane fra il maggio e l'ottobre del 1982. Quarant’anni dopo, ad un anno dalla scomparsa, evocative e celebrative risultano essere tutte le testimonianze presenti nel lungometraggio, quasi a voler documentare un vuoto. Il vuoto lasciato da una figura che ha mutato la musica leggera prima, il rock progressivo dopo. Da Alice a Willem Dafoe, passando per Carmen Consoli, Morgan o Nanni Moretti. Il racconto si sviluppa da un viaggio, in cui i racconti e le testimonianze sono unite da un filo conduttore, legato alla presenza, costante, di Stefano Sinardi, produttore discografico e direttore artistico. Nonché amico storico di Franco Battiato. Da Milano fino a Milo, in Sicilia, piccolissimo comune nel catanese, da sempre casa dell’anima e dello spirito della filosofia del Maestro. "Cosa voglio che resti di me quando non ci sarò più? Un suono, una vibrazione...". Raggiungere il successo, quando l’apporto culturale e artistico è sopra la norma, forse può sembrar facile. Mantenerlo, per anni, per decenni, permeando generazioni intere e restando scolpito anche per il futuro. Tracciando, insomma, una linea temporale continua: ecco, questa è una prerogativa di chi può definirsi Maestro. Questo è stato Franco Battiato, senza finta retorica. Il docufilm di 90 minuti è prodotto dalla casa indipendente RS Productions, in collaborazione con la piattaforma digitale ITsART. Il lungometraggio del regista napoletano è inoltre stato presentato l’estate scorsa in anteprima mondiale all’ultima edizione del Taormina Film Fest. Adesso sul grande schermo, nelle sale, in 200 copie per una settimana. Tra gli artisti presenti, figurano anche: Mara Maionchi, Oliviero Toscani, Caterina Caselli, Vincenzo Mollica e Andrea Scanzi.

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