Il caso del corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo arriva in Parlamento. All’ordine del giorno, fra le altre cose, la situazione di precarietà dei ballerini dell’ente. E così oggi la commissione Cultura della Camera dei deputati ha sentito Davide Bombana, direttore del Corpo di Ballo del Massimo, nell’ambito di una serie di audizioni che da mesi vanno avanti a Montecitorio e che riguardano l’indagine sulle Fondazioni lirico-sinfoniche italiane. La situazione complessiva della danza sul territorio nazionale è sintetizzabile da un dato: su 14 fondazioni lirico-sinfoniche, solo quattro (Milano, Roma, Napoli e Palermo) hanno un corpo di ballo stabile. Tra queste, Palermo sembra essere proprio quella – per organico e tipologie contrattuali - più in sofferenza. Andrea Morelli, ballerino e rappresentante di Danza Error System, un canale social che raccoglie le istanze dei professionisti dell’arte coreutica, poco prima dell’audizione di Bombana ha evidenziato alcune cifre che riguardano proprio il Teatro Massimo. Sul totale dell’offerta culturale, i numeri dell’ultimo anno prepandemico (il 2019) stimavano solo il 18% di spettacoli coperti dal balletto. Con la conseguenza che l’85% dei danzatori era assunto a tempo determinato. Vittoria Casa, presidente della Commissione Cultura a Montecitorio, ha riportato le preoccupazioni riguardanti il carattere precario dei lavoratori dei corpi di ballo, chiedendo a Bombana di illustrare il contesto palermitano. Il direttore del corpo di ballo del Massimo ha replicato: “Siamo pieni di grandi accademie, innanzitutto La Scala, ma anche Roma e Napoli. A Palermo, purtroppo, manca un’accademia che dia materiale giovane alla compagnia. Sarebbe una cosa sulla quale lavorare e su cui auspico l’interesse del Comune e del sindaco. Ho visto con grande tristezza la chiusura di tanti enti lirici, ad esempio a Firenze. Ogni tanto in alcuni enti lirici, i soprintendenti tendono a tralasciare il settore danza, noi a Palermo abbiamo la fortuna di avere Francesco Giambrone che è una persona di grande cultura che ama la danza. Francesco Giambrone ha dato la possibilità ai danzatori di avere un contratto a lungo termine, seppur di nove mesi e non dodici. Ha dimostrato con tutte le sue energie di dedicarsi in maniera concreta alla danza. Di questo gliene sono enormemente grato. Altrove non è così”.