È nell’Antico Egitto che Wilbur Smith lascia i suoi lettori nell’ultimo romanzo che vede la luce in questi giorni, Il nuovo Regno, scritto con lo scrittore e giornalista inglese Mark Chadbourn, in libreria in Italia per Harper Collins nella traduzione di Sara Caraffini. Lo scrittore sudafricano li lascia tra intrighi di palazzo, lotte di potere, guerre sanguinose e avventure all’ultimo respiro nel cuore dell’Egitto. «L'Egitto mi ha sempre affascinato, rappresenta il crocevia dei continenti, le fondamenta della storia della civiltà: è successo tutto lì», diceva pochi giorni fa Wilbur Smith, che con i suoi romanzi ha venduto oltre 140 milioni di copie in tutto il mondo. Ed è in arrivo, il 25 novembre per Harper Collins, Fulmine, il seguito de Le avventure di Jack Courtney. Tempesta, il suo primo libro per ragazzi. Insomma, lo scrittore tra i più prolifici al mondo non si smentisce nemmeno nell’eredità, ora che è scomparso a 88 anni «inaspettatamente questo pomeriggio nella sua casa di Città del Capo dopo una mattinata passata a leggere e scrivere con sua moglie Niso al fianco», come ha annunciato il suo sito ufficiale.
Mezzo secolo di avventure che voleva provare per primo, con l’ossessione della competenza che ha catturato i suoi lettori in tutto il mondo, con traduzioni in oltre 30 lingue. La sua serie più venduta, Courtney, la più lunga nella storia dell’editoria - dopo una serie di rifiuti da parte di editori che segnarono i suoi esordi - segue le avventure della famiglia Courtney in tutto il mondo, attraversando generazioni e tre secoli, attraverso periodi critici dall’alba dell’Africa coloniale alla guerra civile americana e all’era dell’apartheid in Sudafrica.
Nei 49 romanzi che Smith ha pubblicato fino ad oggi ha trasportato i suoi lettori spesso in Africa, continente che amava oltremisura: nelle miniere d’oro in Sudafrica, tra i pirati dell’Oceano Indiano, tra i tesori sepolti nelle isole tropicali, nelle guerre in Arabia e Khartoum, nell’antico Egitto, in Germania e nella Parigi della seconda guerra mondiale, L'India, le Americhe e l’Antartico, tra spietati commercianti di diamanti e schiavi e cacciatori nelle giungle e nella boscaglia delle terre selvagge africane.
Tuttavia, è stato con Taita, l'eroe della sua acclamata serie egiziana, che Wilbur si è maggiormente identificato, e River God rimane uno dei suoi romanzi più amati fino ad oggì. E con l’Egitto, ma un personaggio minore, Hu, conclude la sua avventura di scrittore iniziata nel 1964. Ha raccontato anche la sua vita in modo dettagliato, nella sua autobiografia, On Leopard Rock.
Tutto inizia da uno dei fratelli pionieri del volo aereo, Wilbur Wright, di cui ha preso il nome: Smith è nato il 9 gennaio 1933 nella Rhodesia del Nord, ora Zambia, nell’Africa centrale. Suo padre, Herbert Smith, era un lavoratore della lamiera e un rigoroso quanto a disciplina ed è stata sua madre, più incline all’arte, Elfreda, che ha incoraggiato il giovane Wilbur a leggere artisti del calibro di CS Forester, Rider Haggard e John Buchan. Dopo la laurea in Scienze commerciale e una breve carriera da contabile, nulla fermerà più la sua passione per la scrittura.
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