Giovedì 19 Dicembre 2024

"Fino all'ultimo battito", Marco Bocci chirurgo in tv fra amore paterno e malavita

«Questa è una serie che si basa su dubbio, in maniera diretta, ti fa interrogare su temi universali, come il bene e il male. Pensiamo che il confine sia netto, alle volte agiamo in un modo d’impulso senza valutare le conseguenze. In questo caso se il medico che tradisce il codice deontologico, il giuramento di Ippocrate, è un padre che obbedisce all’imperativo di salvare la vita a suo figlio a scapito di qualcun’altra che ha più tempo». Parola di Marco Bocci che per la prima interpreta un medico diviso tra l’amore per il figlio e i ricatti della mala. «Torno alla serialità dopo un po' di tempo- dice - mi ero dedicato ai miei figli, ma la sceneggiatura mi ha incollato, colpito, ho detto 'è il mio ruolo'. Mi ha appassionato la medicina, chirurghi che mi hanno aiutato sul set in maniera tecnica, spiegandomi per filo e per segno come fare interventi». La fiction è Fino all’ultimo battito, in onda su Rai1 dal 23 settembre con la regia di Cinzia th Torrini. «Sono Diego Mancini un cardiochirurgo irreprensibile che pur di salvare il figlio, gravemente malato invece di affidarlo alle cure di altri, commette un atto impensabile di onnipotenza, con la conseguenza di ritrovarsi ricattato e minacciato dalla malavita», anticipa. La serie, articolata in sei serate, è prodotta da Luca Barbareschi ed è stata girata in Puglia quasi un anno fa. "Racconta la vita di un medico, le sue scelte e le conseguenze che subisce in base alle scelte che ha fatto - prosegue Bocci -. Diego parte in un modo, si sente un eroe, è bravo, orgoglioso, pieno di sé, e piano piano si trasforma, fa una cosa terribile, è si ritrova in un meccanismo più grande di lui che non riesce a controllare fino a mettere a rischio la sua famiglia intera. La serie ti costringe a pensare a quanto sia complicato proteggere i propri cari, i propri figli sia da persone che possono minacciarli, sia dalle fatalità che possono mettere in discussione la nostra esistenza». Per Bocci da padre è stato interessante entrare in questo ruolo: «Mi sono chiesto cosa avrei fatto al suo posto - spiega - forse per amore avrei fatto la stessa scelta, poi la metti in discussione nel momento i cui capisci i danni che subiscono gli altri». Fino all’ultimo battito è un medical drama originale, appassionante, che racconta la battaglia disperata e avvincente di un uomo che si trova sul punto di perdere la dignità, la famiglia, la donna che ama. Un uomo combattuto tra etica e sentimenti. Nel cast anche Violante Placido, che rispolvera il suo pugliese, nel ruolo della moglie di Bocci, Bianca Guaccero, Michele Venitucci, Con Loretta Goggi nel ruolo di Margherita suocera di Bocci. Fortunato Cerlino è Cosimo Patruno, un boss latitante, che stringe un accordo con Diego, che ne diventerà il medico personale. La regista osserva: «Quando Barbareschi mi ha proposto questa storia, mi sono subito chiesta cosa avrei fatto io in qualità di padre e medico in una situazione simile. Avrebbe pre-valso l’etica o l’amore per un figlio?". Responsabilità a fare un medico durante il Covid? Bocci risponde: «Abbiamo girato 22 settimane in zona rossa, la responsabilità verso tutti il lavoratori, pure troppo». «Ci ha dato tanta forza - aggiunge Placido - siamo stati in questo hotel tutti insieme, quasi una comune, ci siamo sentiti meno soli, super tamponati, superprotetti, fortunati a poter lavorare. Anche se la serie tratta temi difficili». A Bocci viene chiesto come ha vissuto questa esperienza dopo il malore che lo ha colpito qualche anno fa: «Ora sto bene non ero preparato, non ho avuto il tempo di metabolizzare, quando sono guarito, ho compreso una cosa fondamentale: che la vita va vissuta giorno per giorno, senza far programmi nel lungo periodo, che le cose importanti vanno espresse subito, non bisogna rimandare». L’attore dopo l’esordio nella regia con A Tor Bella Monaca, non piove mai (2019), molto bene accolto dalla critica, annuncia poi il ritorno entro un mese dietro la macchina da presa con un nuovo film: «Si intitola La caccia, l'ho scritto e diretto, le riprese saranno in Umbria, e dintorni».

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