Belli, brutti, grassi, magri, ricchi, miseri, sani o ammalati, sazi o affamati: «Visti da lassù siamo tutti uguali». Ermal Meta riparte da qui, dai live finalmente: sarà il 5 settembre sul palco del Teatro Antico di Taormina ed è lui stesso a raccontarlo ai microfoni di Rgs, intervistato da Marina Mistretta (trasmesso stamattina alle 6 e oggi pomeriggio alle 17. «I live ci sono mancati tanto sul serio – confessa il cantautore – tutto quello che prepariamo acquisisce un senso soltanto se lo portiamo sul palco. So soltanto che sarà un live energico, il resto lo farà il pubblico». Il tour prende le mosse dal nuovo album, Tribù urbana. «È stato concepito proprio per i live, per essere eseguito su un palco, lo abbiamo pensato ma aspettiamo ancora di testarlo, finalmente. E partiremo proprio dal singolo che apre l’album, “Uno” che è una canzone sull’inclusività, che parla della voglia di abbattere barriere, quelle più difficile da gettare giù. Ma “Uno” è anche un pezzo fatto di gioia, che coinvolge sette persone che suonano e costrui- scono insieme lo stesso vestito, sulle voci che si sollevano all’unisono, quelle del coro del dipartimento pop/rock del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano». «Uno», arriva dopo «No Satisfaction» e «Un milione di cose da dirti», terzo posto a Sanremo, Premio Bigazzi e Disco d’Oro. «È una canzone estremamente semplice, me ne rendo conto ogni volta che al suono: la sua ossatura è fatta al 90 per cento, di piano e voce. Per questo ti arriva un flusso di coscienza, molto poco elaborato. Non ho voluto pestare i piedi al pezzo, con arrangiamenti troppo concettuali». Un pezzo già maturo. «Tutti i grandi musicisti ti insegnano, quando inizi a scrivere musica, di togliere, togliere, togliere fino a quando non trovi l’essenza, e magari servono quattro accordi, non di più». E il messaggio? «A volte ti rendi conto che è solo l’interezza. Io la offro, semplicemente, e così riesce ad arrivare prima delle altre». Tante le collaborazioni nella sua carriera. «Mi fa un gran piacere aver contribuito a percorsi dei miei colleghi, e aver ottenuto io tanto. La musica è qualcosa che costruisci nell’aria, averlo fatto con grandi come Elisa, mi rende particolarmente felice: sono tutte persone che non fanno cose se non le apprezzano».