Da piccinina la trovavi in piedi su un palco a interpretare Mina e la Vanoni: il papà la accompagnava alle serate, nella sua Palermo, e lei, buona buona, «apriva» la voce. Ad un certo punto si è resa conto che restava ore ad ascoltare le grandi cantanti e ha deciso di iscriversi al Conservatorio, facendo tesoro delle prime lezioni di canto di Elisabeth Smith. Eccola, Federica Foresta, 25 anni, soprano lirico al suo primo debutto importante, visto che stasera sarà la contessa di Ceprano nel Rigoletto in scena per il BellininFest al Teatro Antico di Taormina: Placido Domingo sul podio, nella sua seconda (o terza) giovinezza da direttore d’orchestra, guiderà il cast con un Leo Nucci pronto ad affrontare per la 549° volta nella sua carriera, Cortigiani, vil razza dannata. Nucci firma anche la regia, il Duca di Mantova sarà Stefan Pop, mentre nei panni di Gilda canta un’altra giovanissima palermitana, Federica Guida, attesa poi al Teatro Massimo in autunno; Anastasia Boldyreva sarà Maddalena e Antonio Di Matteo è Sparafucile. «Placido Domingo e Leo Nucci sono due forzieri a cui attingere – sorride Federica Foresta –, il tesoro che nascondono è straordinario. E non hanno lasciato indietro nessuno durante le prove, anche i ruoli non importantissimi. Ho imparato più durante questi pochi giorni che in tanti anni di studio. Leo Nucci è stato paterno, mi ha fatto sentire parte di un progetto molto più grande di me». In platea ad applaudirla ci saranno i genitori, la sorella, e il fidanzato appena laureato che si prepara al concorso da notaio. Cosa è rimasto della bambina che invece di giocare con le bambole, si esibiva ogni sera? Era di fatto un enfant prodige, già a tre anni cantava in diverse manifestazioni, musetto allegro e capelli legati con un nastrino. Ha partecipato moltissime volte allo Zecchino d’Oro e nel 2002 ha vinto il primo premio al concorso Mariele Ventre, a Bagnara Calabra, Molti tifosi la ricordano come baby-interprete dell’inno del Palermo, mentre gli appassionati di tv non dimenticano la sua esperienza di attrice adolescente nella fiction Agrodolce, quella girata fra i capannoni industriali di Termini Imerese e il mare di Santa Flavia. Recentemente ha anche tentato di volare all’Ariston, visto che ha provato le selezioni finali per Area Sanremo tre anni fa. «Da piccola era tutto un gioco, mi piaceva cantare alle feste, mi chiamavano spessissimo, ma ero sempre un’autodidatta, non sentivo alcuna responsabilità. Poi quello con la musica è diventato un legame più serio, e ho deciso di studiare, a dodici anni ho voluto iniziare con le lezioni private, poi sono entrata in Conservatorio, dove ormai sono al terzo anno e studio con Patrizia Gentile. Oltre ad essere a quattro materie dalla laurea in Giurisprudenza». La passione per la lirica? «Quella c’è sempre stata: dal 2004 ho fatto parte per anni delle Voci Bianche del Teatro Massimo, ero affascinata dai soprani dalle voci così imponenti, straordinarie. E ho partecipato a moltissimi spettacoli del teatro, sempre con il coro dei piccoli. Spero di poter presto cantare Gilda e Musetta, e quando sarò più grande anche Mimì». Nel frattempo, studia e ascolta. «Sono onnivora, la playlist sul mio cellulare è tutta di pezzi lirici e sinfonici: sembra una stupidaggine ma non lo è, la musica classica mi rilassa, mi prende molto, riesce a farmi estraniare da quello che ho attorno. E continuo a studiare, penso che non smetterò mai».