«Mi piaceva stare in porta ma non sono mai stato abbastanza alto per diventare un portiere. Mi hanno misurato per due o tre anni di seguito, ma perdevo centimetri ...». Effetto Panariello che scatena la risata. Perché «i personaggi che ho incontrato me li sono tenuti dentro per anni e visto che non c’erano i social, li ho tenuti a mente. Story nasce da qui». In attesa di salire sui palchi di tutta Italia nella prossima stagione, con il nuovo spettacolo teatrale La Favola Mia, il comico propone questo lungo monologo in solitaria per raccontare come è nato Panariello, dai suoi esordi ai più prestigiosi palchi italiani, la storia a lieto fine di un giovane cameriere della Versilia che realizza il sogno di diventare uno dei nostri più conosciuti one man show. Story approda sabato 24 luglio al Teatro antico di Taormina, come lo stesso Panariello racconta ai microfoni di Rgs, intervistato da Marina Mistretta. Lo Speciale Weekend a lui dedicato è in programma oggi alle e domani alle 6 e alle 17. E sempre domani, alle 16.10, Marina Mistretta intervista anche Michele Bravi sulla sua collaborazione internazionale con Sophie and The Giants. E rieccoci a Panariello, con quella sua comicità leggera, un sorriso a fior di labbra elegante, non gradassa e sboccata ma intelligente e in punta di forchetta. Panariello, Carlo Conti e Pieraccioni uno spettacolo lo hanno persino portato in giro a sei mani, ma quello di questa estate è invece solo del buon Giorgio. «Oltre alla carriera, butterò giù anche due note autobiografiche, per chi conosce Panariello e non sa nulla di Giorgio – racconta il comico toscano -; mentre scrivevo La favola mia, mi sono accorto che tanto non lo avevo mai detto. Ed è nato questo spin off, dalla scuola, le aspirazioni, la scuola Alberghiera, la vendita delle pentole a domicilio... ci sono episodi talmente divertenti che superano ogni aspettativa di scrittura». Tanti episodi, a partir e dalle imitazioni e dall'amicizia nata in seguito con Renato Zero; il lavoro al Cantieri navale di Viareggio, la vita con i nonni, il coraggio di licenziarsi per andare a lavorare in una radio («e mio nonno ancora oggi mi appare in sogno e bestemmia»), gli esordi nelle balere, la nazionale italiana, gli amici, i problemi in famiglia e il fratello che non c’era, il cinema, le prime canzoni e la voglia invece, di far ridere, il lockdown e la speranza di ripartire. «Sboccia un fiore malgrado nessuno lo innaffierà», ricordiamocelo chiude Panariello. La tappa di Taormina fa parte di Sotto il Vulcano, la rassegna creata da Puntoeacapo e Sopra La Panca.