Ha la voce di Billie, l’intensità di Nina, l’intraprendenza di Betty, la grinta di Ella, la sensualità di Diahann: lei è Dee Dee, mille donne in una, e una sola voce black. Straordinaria, elegante, settant’anni e oltre portati con un brio immenso, come quella testa rasata che ormai la accompagna da un po’.
Bella, la Bridgewater lo è sempre stata, attesa anche, visto che in poche ore il suo concerto di stasera allo Spasimo è andato esaurito. E per lei che ritorna a Palermo dopo 17 lunghi anni, non è nemmeno una sorpresa. «Quando vivevo tra Parigi e Palermo - ricorda - praticamente stavo più qui che lì. E sono felice che la gente si ricordi di me. In uno dei miei primi concerti in Sicilia, quando c'erano in commercio i cellulari, uno spettatore ricevette una telefonata e si mise a parlare durante la mia esibizione. Dovetti fermare tutto e chiedere di smettere. La gente rideva, ma non capiva. Allora, durante l’intervallo, presi il mio cellulare e lo portai sul palco, simulando una telefonata e scherzando con il pubblico… Qualcuno capì, altri no, lo presero come spettacolo. Ecco, questa città è così, disincantata, rilassata…». E ride divertita.
È felice di tornare per il Sicilia Jazz Festival e per il Brass Group. «Ho preparato una scaletta tratta dai miei dischi dedicati a Billie Holiday ed Ella Fitzgerald, arrangiati da Frank Foster, e ci sarà anche un omaggio al grande BB. King con l’esecuzione di Let the goodtimeroll, sarà davvero divertente». Il concerto di Dee Dee Bridgewater in esclusiva nazionale con l’Orchestra Jazz Siciliana, farà da preview al Sicilia Jazz Festival, promosso dall’assessorato regionale al Turismo. Attesi a settembre, Stefano Bollani, la leggenda della batteria Billy Cobham, il grande bassista e compositore camerunese Richard Bona, Alex Britti, Samuel Romano e Roy Paci sempre con l’Ojs ed un tributo a Franco Battiato. «Una rassegna finalmente diventata realtà, una possibile attrattiva turistica, una rassegna di livello internazionale che conferma protagonista la musica jazz», interviene l’assessore Manlio Messina.
E Dee Dee è una jazz singer in un mondo molto maschile. Almeno, lo era all’inizio della sua carriera. «Ho sempre creduto giusto presentarmi in modo rispettoso e lo stesso ho richiesto a chiunque mi stesse intorno. All’inizio della carriera certamente era più complicato, ma dopo i primi anni nessuno provava più a fare delle avances non gradite. Una sera ero a Londra per il mio spettacolo dedicato ad Ella e fui invitata ad un aftershow al Palladium. Ad un certo punto udii una voce di donna dire “No, no ” ad un uomo che la teneva bloccata per le mani al muro. Io intervenni subito dicendo all’uomo di smetterla immediatamente, subito dopo arrivò un fotografo che disse “Mio Dio, Dee Dee Bridgewater e Mike Tyson!”. Non ci eravamo riconosciuti subito, comunque lui lasciò andare la ragazza ed io lo apostrofai dicendogli che era “disgustoso”».
Dee Dee Bridgewater ha raccontato più volte un’infanzia difficile, esempi di violenza e abusi, spesso ha detto che la sua vita era simile a quella di Billie Holiday. «Sono cresciuta in una famiglia di sani valori, mio padre, il mio primo insegnante jazz, mi ha sempre aiutato. Il mio secondo marito, dal quale ho divorziato, ha invece abusato di me anche fisicamente e questi sono ricordi orribili. Non c’è una canzone o particolari riferimenti a questo nella mia musica. Ci penserò».
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