Teatrali lo sono già a prescindere: anzi Veronica de La Rappresentante di Lista è arrivata a Palermo sulla scia dell’amore per il palcoscenico di Emma Dante; e qui ha incontrato Dario, insieme hanno fondato il duo che ha meravigliato l’Ariston con la bellezza di Amare, oggi parte di My Mamma, il loro nuovo album.
Lo presentano ad Rgs, intervistati da Marina Mistretta per lo Speciale Weekend, in onda domani alle 9 e domenica alle 6 e alle 17 (preceduti da un’intervista ad Enrico Nigiotti, alle 16,10).
"Amare è un inno alla voglia di vivere, alla liberazione. È un brano che ha una carica esplosiva sorprendente, ha meravigliato anche noi, nel tempo. Ci è arrivata la sua energia mentre registravamo il videoclip, vedere la gente ballare con noi... è bellissimo", dicono Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina. A proposito del videoclip, è stato girato ai Cantieri culturali alla Zisa. "È un luogo che, banalmente, amiamo, è una delle nostre mete preferite, qui si respira aria bella, collettività, comunione, arte. È un avamposto da proteggere, e questo è il nostro omaggio".
La Rappresentante di Lista è nata di fatto nel giugno 2011 quando Veronica, originaria di Viareggio, e Dario, originario di Palermo, si incontrano a Valledolmo, in provincia di Palermo, durante le prove di Educazione Fisica, spettacolo di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco. Il nome del gruppo nasce quando Veronica, per poter votare fuori sede al referendum sull’energia nucleare, si iscrisse come rappresentante di lista di uno dei vari partiti politici.
Il nuovo album – che arriva a tre anni dal Go Go Diva, da cui è stato tratto un pezzo per The New Pope di Sorrentino - contiene tredici tracce collegate da segmenti musicali. "Volevamo un modo per “tenere” fisso l’ascoltatore anche tra i vuoti tra un pezzo e l’altro. Comunque è il nostro gusto che cambia e arriva a tutti, speri sempre che la tua musica venga compresa". Continua Veronica, la voce del duo. "In questo disco ho avuto proprio il piacere di sbizzarrirmi, alcune canzoni seguono un mio film, entrano con me in un luogo intimo in cui mi creo un microclima, un viaggio mentale in cui mi piace sussurrare le parole. Fiati di libertà infinita, che non sono mai scontati".
Anche Dario mette in campo la sua voce, per esempio in un pezzo come Fragile. "Abbiamo provato spesso a registrare la mia voce, a non ci stava bene. È come se la canzone avesse scelto Dario". Una band che si autodefinisce pop queer, ovvero eccentrica, stramba, fuori dagli schemi, non etichettabile. "Non abbiamo mai saputo rispondere a chi ci chiedeva che genere facciamo. Quando abbiamo trovato queer abbiamo capito che ci stava benissimo, è una rilettura artistica, poetica, di un termine che ci rappresenta".
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