«Quest’estate riprenderemo a fare i live. Siamo stufi, bisogna tornare a lavorare».
Max Gazzè e Daniele Silvestri sono fermi sulle loro posizioni: il settore dello spettacolo dal vivo deve ripartire e deve farlo presto, per non morire.
I due artisti, tra i pochi che l’anno scorso accettarono la sfida di andare in tour pur con tutte le limitazioni del caso, sono pronti a rimettersi in gioco anche quest’anno.
«Vorrei evitare altre gravi pandemie - ribadisce Gazzè, che ha presentato il suo nuovo disco La Matematica dei Rami con la Magical Mistery Band di cui fa parte anche Silvestri - e per questo riprenderò con lo staff al completo, senza riduzioni di personale. E invito tutti i colleghi a organizzare concerti, e a farlo ora per non arrivare troppo tardi».
«L'anno scorso in pochi immaginavano che si sarebbe riuscito a fare qualcosa - aggiunge Silvestri -. Noi lo abbiamo fatto, dando respiro a una trentina di famiglie. Quest’anno a maggior ragione lo rifaremo: l’obiettivo minimo è ripartire da ciò che si è fatto l’estate scorsa. Su 200mila persone coinvolte negli spettacoli dal vivo è stato registrato un solo caso di positività: forse questo avrebbe dovuto far pensare che anche al chiuso, con le dovute precauzioni, qualcosa si poteva fare. Ci sono stati errori, anche per eccessive cautele».
Polemiche sì, «perché a volte servono pure quelle», e «se non si dovesse suonare, più che la polemica, servirà armarsi».
Ma i due artisti sono convinti che il Governo cercherà una soluzione: "Non si può andare avanti così, troveranno il modo per far sì che si torni a lavorare».
D’accordo entrambi che in questa situazione difficile, sarebbe stata utile una struttura che tutelasse i diritti dei lavoratori dello spettacolo. «C'è stata sicuramente un’accelerazione in questo senso. Tanti tavoli per definire le tante figure che gravitano in questo ambito, ma uno dei problemi è anche il confronto con le istituzioni. Qualcosa si sta
muovendo - avverte Silvestri -. Anche grazie a Matteo Orfini. Presto arriverà l’annuncio di una bella iniziativa, anche
perché il ministro Franceschini vuole agire, ma comincia a essere ridicolo che non si sappia come fare. Bisogna ascoltare il settore per capire da dove partire ed evitare che questa che è un’eccellenza a livello globale muoia».
«Non c'è più posto né tempo per i tavoli, bisogna agire e basta», conclude critico Gazzè.
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