«Sono in cerca di una direzione» e questa frase la usa come una bandiera: Ermal Meta si sta preparando al Festival di Sanremo – che vinse nel 2018, in coppia con Fabrizio Moro - ma intanto pubblica un nuovo singolo, «No Satisfaction» che sta già viaggiando molto bene sulle piattaforme digitali. E che racconta un dilemma irrisolto, come racconta il giovane cantautore ai microfoni di Rgs, durante un’intervista con Marina Mistretta, in onda domenica alle 17,30. «Stiamo ancora attraversando un periodo terribile. Soprattutto nei primi mesi, quando non c’erano ricette preconfezionate. La grande paura ha fatto dire a tutti a gran voce, ne usciremo migliori. Ma non è accaduto, e tutto l’odio riversato sui social, arrivato ovunque come una valanga, mi ha ispirato questo pezzo: non siamo più soddisfatti di nulla, vogliamo di più senza sapere realmente cos’è che desideriamo».
Anche il brano è innovativo. «I suoni sono distorti, robotici, è una voce interna, un alter ego fatto di codici binari. Questo è un mondo popolato da metafore animali, con il leone da tastiera che rimane il re indiscusso di questa jungla sempre più stucchevole». Anche il video sposa la stessa filosofia del brano; l’essere o l’apparire da sempre divide l’umanità ed impegna filosofi e talk show più o meno accreditati, come spesso ci si sente, non sempre a proprio agio, con occhi che vedono ma non guardano. La regia di Andrea Folino mette a nudo sia il protagonista che le persone che lui incrocia nel suo cammino che si riempie di dubbi ad ogni passo.
A distanza di 1.072 giorni dalla pubblicazione dell’ultimo album di inediti - quel Non abbiamo armi che includeva Non mi avete fatto niente, il pezzo vincitore di Sanremo 2018– Ermal Meta si prepara di nuovo al palco dell’Ariston, dove porterà Un milione di cose da dirti.
Ricapitoliamo le partecipazioni di Ermal Meta a Sanremo: la prima nel 2006, poi 2010, nel 2016 tra le Nuove Proposte; nel 2017 arriva il terzo posto, con Vietato Morire, poi 2018 appunto la vittoria. E ora un nuovo festival, Ermal ha preparato una canzone d’amore … diversa. «Vietato morire era già un brano fuori dagli schemi, un punto di vista personale che è diventato un aspetto di tanti. La canzone con Fabrizio trattava un tema sociale, ispirato ai fatti accaduti in Europa. Questo invece è un pezzo molto personale, è una canzone nuda, scarna, amica. D’altronde, io non scrivo nulla che non mi tocchi realmente da vicino, che non cambiano dentro di me qualcosa».
«Facciamo bene i conti! – scherza - Il 2006 non vale, avevo 24 anni e mi presentavo solo come chitarrista; se avessi dovuto cantare, sarei svenuto dalla paura. Dal 2016 in poi le cose sono cambiate sul serio«. Però Ermal Meta ha scritto anche per tanti colleghi: per Emma, Francesco Renga, Red Canzian, Giusi Ferreri, Marco Mengoni e tanti altri. «Ho imparato molto da tutti loro, è difficile scrivere in un contesto diverso rispetto al tuo, richiede un livello di attenzione diverso perché c’è un altro che andrà a cantare quello che componi: devi pensare nella pelle di un altro. Anche se io ho sempre scritto per me, le rifiniture hanno poi reso i pezzi, proprietà di chi realmente li canta».
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