«Buongiorno principessa!» Così gridava Guido, al secolo Roberto Benigni, mentre gli cadeva tra le braccia, volata giù da un fienile, la sua principessa Dora nella prima scena del film premio Oscar «La Vita è bella». Quella struttura, che fungeva da fienile, si trova a Castiglion Fibocchi comune del Valdarno Aretino, ed è letteralmente collassata sotto il peso del tempo e delle forti piogge che si sono alternate negli anni. Non era già in ottime condizioni e la Fraternita dei Laici, istituzione Aretina proprietaria dell’immobile, aveva già predisposto un progetto per la ristrutturazione non solo del fienile, ma anche dell’abitazione, una Leopoldina risalente al 1700 dono dei conti Occhini. «Quanto accaduto è una ferita culturale ed economica - afferma Pier Luigi Rossi primo rettore della Fraternita dei Laici - avevamo già predisposto un progetto per la ristrutturazione di questi immobili e contiamo entro pochi mesi di aggiudicare i lavori ed iniziare il restauro». Adesso la zona verrà messa in sicurezza, alcuni interventi sull'abitazione erano già stati effettuati come la rimozione delle tegole del tetto che erano pericolanti. Nel film Roberto Benigni si dice un principe: «Principe Guido! Qui è tutto mio sai...» dice alla bambina, attrice aretina allora undicenne Carlotta Magione, poco prima dell’incontro con Dora interpretata da Nicoletta Braschi moglie anche nella vita del regista e attore. E allora l’appello della Fraternita va anche a lui. «Ci appelliamo alle istituzioni in primis alla Regione Toscana - afferma ancora Rossi - ma anche allo stesso Roberto Benigni e a tutti coloro che amano questa film. Qui purtroppo per un restauro completo servono tanti soldi, circa 2 mln e mezzo di euro e la Fraternita da sola non può farcela.» La speranza è che «il cuore 'toscano» di Roberto Benigni e di tutti coloro che amano questa straordinaria pellicola, si sciolga di fronte a questa ferita e così come Guido raccolse la sua principessa che cadeva da quel fienile, qualcun’altro faccia altrettanto con questo accorato appello».