Sette anni ci sono voluti per il nuovo album di Claudio Baglioni: quattordici brani, ma è una vera operina, con un inizio e una fine. Per "In questa storia che è la mia", "c’è voluto il suo tempo: composizione, decantazione, registrazione. Ma non esiste una storia se non esistono i suoi personaggi che la vivono – racconta Baglioni -; appena sono apparsi i protagonisti, è nata la storia".
Stasera alle 20 ai microfoni di Rgs, unica radio siciliana scelta dal team del cantautore, Baglioni si racconta a Marina Mistretta: una lunghissima intervista, un’ora ad ascoltare l’artista, le sue canzoni, il nuovo album. Ma anche i ricordi, gli amici, la prima maestra di musica, il suo mondo. A partire, proprio, da "In questa storia che è la mia": quattordici brani in tutto, quindi, un’ouverture, quattro interludi piano e voce, un finale: un "concept" che disegna la parabola dell’amore, sia personale che universale, riflettendo sul modo nel quale questa forza straordinaria che tutti viviamo senza conoscerla mai veramente.
"Il fil rouge resta il sentimento in tutte le sue declinazioni: c’è una parabola dell’amore, una storia che sale e scende, le canzoni sono tutte legate tra loro, anche se possono essere ascoltate indipendentemente l’una dall’altra. È un disco fatto a mano, suonato dai musicisti: un album d’altri tempi, sorretto dalla tecnologia di oggi, ma sono stanze cucite insieme". Lo spirito, quindi, è quello degli anni Settanta. "È un album ideato e composto come una volta, non ho voluto demandare nulla all’elettronica, salvando la creatività, l’ispirazione – continua Baglioni - . Le sonorità sono tutte vere, acustiche (basso, batteria, pianoforte, chitarre, archi, fiati, voce e cori) e il ricorso all’elettronica è stato dedicato, esclusivamente, alla cura degli effetti suono e delle atmosfere. Ci sono due orchestre che si alternano a musicisti di valore come Danilo Rea".
Un Baglioni che si guarda dentro. "Racconto la musica, ma anche il mio mestiere che è spesso un gioco di arte varia. Mettere al servizio del mio primo lavoro, che è quello di compositore e interprete delle cose che scrivo, anche lo spettacolo, la danza, il teatro totale". Un lavoro completato durante il lockdown. "Non mi sono ispirato alla pandemia: mi sono chiesto piuttosto quanto conti la distanza tra le persone, quanto la presenza diventi assenza e viceversa. La tematica dell’intero album è un gioco spaziale tra protagonisti: non sei mai in un solo posto e non sai che tempo stai attraversando".
Claudio Baglioni tornerà sulle scene live il prossimo anno con lo spettacolo "Dodicinote", una dimensione live di pop-rock sinfonico che unirà grande orchestra classica, coro lirico, big band e voci moderne. Il tour partirà – si spera - dalle Terme di Caracalla di Roma, il 4 giugno.
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