Il nuovo Dpcm firmato dal premier Conte per il contenimento dei contagi di Coronavirus prevede, tra le altre cose, la chiusura di cinema e teatri. D'accordo con la misura il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ma il presidente Agis, Carlo Fontana rivolge al ministro e al premier una lettera in cui esprime la sua contrarietà.
«Esprimiamo la nostra contrarietà, insieme a larghissima parte dell’opinione pubblica, rispetto alla ipotesi prevista nel DPCM in merito alla sospensione delle attività dei teatri, dei cinema e dei luoghi di spettacolo». Lo sottolinea il presidente dell’Agis, Carlo Fontana, in una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini. Fontana precisa che «i luoghi di spettacolo si sono rivelati tra i più sicuri spazi di aggregazione sociale».
«Una nuova chiusura delle attività del settore - aggiunge -comporterebbe un colpo difficilmente superabile ed una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito. Si tratterebbe di una scelta devastante per l’intero Paese».
«Facendo seguito alle fitte interlocuzioni intervenute nella giornata di ieri con il Ministro Franceschini - scrive Fontana -, che ringraziamo per lo sforzo compiuto in queste ore per addivenire a conclusioni differenti, esprimiamo la nostra contrarietà, insieme a larghissima parte dell’opinione pubblica, rispetto alla ipotesi prevista nel DPCM in merito alla sospensione delle attività dei teatri, dei cinema e dei luoghi di spettacolo. Come evidenziato dai dati di una ricerca da noi effettuata e trasmessa alle Istituzioni ed agli organi di informazione, i luoghi di spettacolo si sono rivelati tra i più sicuri spazi di aggregazione sociale. Riteniamo, pertanto, che la misura prevista sia ingiustamente penalizzante rispetto al nostro settore».
«Sono stati siglati accordi e protocolli a livello territoriale - prosegue - ed a livello nazionale con le Organizzazioni di categoria per garantire la salute e la sicurezza e tutte le imprese del comparto si sono adeguate assumendosi onerosi investimenti per elevare il livello di prevenzione sia per i lavoratori che per gli spettatori. Pertanto, riteniamo che vi siano i presupposti affinché i teatri, le sale cinematografiche e da concerto siano escluse da provvedimenti restrittivi, alla luce di dati oggettivi che siamo pronti a dimostrare nelle sedi opportune».
«Una nuova chiusura delle attività del settore - sottolinea ancora Fontana - comporterebbe un colpo difficilmente superabile ed una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito. Si tratterebbe di una scelta devastante per l’intero Paese. Chiediamo sin da subito l’apertura di un tavolo al fine di individuare possibili strumenti idonei ad affrontare le situazioni di maggiore sofferenza e a garantire più certezza per il futuro».
Dal canto suo il ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ritiene necessaria la chiusura di cinema e teatri per salvaguardare la salute. «Un dolore la chiusura di teatri e cinema - scrive su Twitter -. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura».
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