Ha composto anche il suo necrologio Ennio Morricone. "A mia moglie Maria il più doloroso addio", ha scritto il premio Oscar morto all'età di 91 anni. Ha composto più di 500 melodie, spesso immortali, per il cinema e la televisione, ma ha pensato di realizzare anche un composto e struggente necrologio che si è voluto scrivere da solo in prima persona e che domani, riferisce l'amico di famiglia e suo legale Giorgio Assumma, verrà pubblicato sui quotidiani e che ha come intestazione "ENNIO MORRICONE sono morto". Questo l'incipit col quale il Maestro premio Oscar ricorda con particolare affetto il regista Giuseppe Tornatore e altri amici, abbraccia i figli, i nipoti "spero che comprendano quanto li ho amati". E spiega perché ha dato disposizione per funerali privati "per una sola ragione: non voglio distubare". Il genio di Morricone arriva anche nel momento del suo addio. Un genio che nella sua carriera si è manifestato con una perfetta conoscenza dei classici che lo ha accompagnato in scorribande stilistiche di grande suggestione e impiegando la grande orchestra, il piccolo gruppo, i solisti e i cori con la massima naturalezza. "Ogni volta - disse - cerco di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve piacere anche a me, perché altrimenti non sono contento. Io devo essere contento prima del regista. Non posso tradire la mia musica". E con la bacchetta in mano, davanti alla sua orchestra, Morricone rivelava ogni volta la sua duttilità da camaleonte: compositore contemporaneo, creatore di epopee per il più vasto pubblico, nostalgico cantore di emozioni segrete. Non è un caso che, nel 2007, sul palco dell'Oscar sia stato Clint Eastwood a consegnargli l'ambita statuetta: Eastwood non sarebbe esistito senza Leone e Morricone. E il musicista aveva trovato nell'attore il primo simbolo della sua musica amata in tutto il mondo. A gennaio di quest'anno aveva ricevuto in Senato il premio alla carriera dalla presidente Elisabetta Casellati.