Lunedì 23 Dicembre 2024

Ringo Starr, il "Beatle triste" compie 80 anni: "Postate Peace and Love"

Martedì 7 luglio sarà il giorno di Sir Richard Starkey. Conosciuto da tutti come Ringo Starr, compirà 80 anni. Sicuramente il più noto batterista di tutti i tempi, fu definito i "Beatle triste", musicista un po' malinconico e quello più all'ombra tra i Fab Four. Ma anche il meno creativo:  per la band infatti scrisse solo due brani, Don't Pass Me By e Octopus's Garden. Ringo non spegnerà le 80 candeline su una "torta per cento persone", ma festeggerà il suo compleanno pubblicherà sul suo canale Youtube un concerto benefico a partire dalle due di notte italiane tra il sette e l'otto luglio con performance domestiche e filmati dal vivo di Paul McCartney, Sheryl Crow, Garu Clark jr., Sheila E, Ben Harper, Steve Earle, Peter Frampton e altri. Per fargli gli auguri basterà semplicemente "postare #peaceandlove a mezzanotte del sette luglio" ha dichiarato. Ringo Starr non è stato semplicemente un batterista - anche il più ricco al mondo - ma ha letteralmente inventato un modo di suonare uno strumento: lui è mancino ma suonava da destrorso, caratteristica che rende i suoi virtuosismi davvero unici. Nonostante ciò di Sir Richard Starkey sono state fatte tante insinuazioni. Molti infatti hanno addebitato la sua "scarsa creatività" all'abuso di alcol. Ma in realtà è stato un musicista più dedito alla tecnica che alla scrittura. Nei Beatles arrivò tardi, dopo Pete Best, bocciato dal produttore George Martin. Dai suoi colleghi Ringo Starr è considerato tra i migliori al mondo. Stewart Copeland, il mitico batterista dei Police, disse che: "Suonava in modo così creativo". E le classifiche redatte sui musicisti lo reputano un virtuoso, tanto da annoverarlo nell’olimpo dei batteristi. L’incontro tra le bacchette e Sir Richard Starkey avvenne quasi per caso, in un sanatorio, per passare il tempo. Nato in una famiglia umile, ha combattuto i primi anni della sua esistenza, fino all’adolescenza, contro una salute cagionevole. Poi il regalo del compagno della madre: una batteria. Acquistò ben presto un'incredibile padronanza dello strumento diventando col tempo celebre a Liverpool. Quando i Beatles dovettero trovarsi in fretta un batterista scelsero lui senza dubbi. Conquistò il titolo di quarto Beatles e qualche anno più tardi pure di baronetto. Universalmente considerato il più brutto dei quattro, rispetto a John e Paul è stato il meno "divo". Non per questo fu meno amato dai fan. Marge Simpson ne è stata da sempre segretamente innamorata, e con lei migliaia di ragazzine nel mondo perchè l’hanno considerato più raggiungibile, per nulla inarrivabile come invece venivano ritenuti gli altri tre. Del fatto che non fosse un adone ne è stato sempre consapevole, non perdendo l’occasione per ironizzarci sopra. "Woody Allen mi piace perchè è più brutto di me", disse una volta. In Italia negli anni '60 ha goduto della stessa fama dei compagni, tanto che quando l’industriale dolciario Mario Pavesi dovette dare il nome a dei biscotti lanciati sul mercato dei teenager, li battezzò Ringo, in onore del musicista molto popolare tra gli adolescenti. L'ultimo omaggio è del gruppo indie italiano dei Pinguini tattici nucleari che proprio a Ringo Starr hanno dedicato il brano con cui hanno conquistato il terzo posto nello scorso Festival di Sanremo. "Ringo - scrisse McCartney nella sua autobiografia, "La versione di Paul" - aveva l’aria adulta. Indossava un abito di classe, beveva bourbon e 7Up, viaggiava su un macchinone, una Ford da soldato americano e fumava le sigarette Lark". Dei quattro, Ringo Starr è stato sempre il più diplomatico, colui che ha mantenuto ottimi rapporti con il resto della band anche quando il gruppo, sotto il peso di contrasti e singole ambizioni, si sciolse. Ma è innegabile che avesse un debole per Lennon che giustificava con il feeling tra la sua batteria e le canzoni concepite da John. Ecco spiegato perchè uno dei momenti più dolorosi della sua esistenza sia coinciso con quel drammatico 8 dicembre 1980, quando uno squilibrato, Mark David Chapman, dinanzi alla sua residenza newyorkese, scaricò sul corpo asciutto di Lennon cinque colpi di pistola uccidendolo.

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