Ai giornali ha sempre strizzato l'occhio, altrimenti perché avrebbe chiamato la sua agenzia pubblicitaria Gomez&Mortisia, con il nome di due personaggi immaginari creati da Charles Addams per le vignette del «New Yorker»?
Ogni palermitano, magari ignorandolo, sarà inciampato prima o poi nella vita, in qualcosa disegnata da Danilo Li Muli, un tipo capace di sprigionare creatività come il suo lavoro di pubblicitario richiede.
È un prolifico dispensatore di forza ed eleganza per esprimere contenuti, per far sì che possano parlare chiaro, nitido, diritto, con garbo e nerbo. Questa volta la questione da affrontare era il logo per le celebrazioni di un compleanno mica da ridere: i 160 anni - stessa età dell'Italia unita (si fa per dire…) - del Giornale di Sicilia.
Il «Giornale officiale di Sicilia» nacque, infatti, il 7 giugno del 1860, cinque giorni dopo l'entrata di Giuseppe Garibaldi a Palermo, grazie a un'intuizione di Girolamo Ardizzone. Il risultato è quello che vedete in foto e che accompagnerà il giornale per tutto il 2020.
L'ispirazione nella grafica pubblicitaria viene dalla specifica conoscenza e dal bagaglio culturale personale. Certo, poi c'è lo stile, che è la proiezione di un personale modo di essere e fare le cose. Viene fuori da sé, con naturalezza. Li Muli il logo appena creato lo spiega così: «Alla base della buona scrittura c'è la punteggiatura, buttare giù un testo lo può fare chiunque anche su Facebook, le notizie e la buona scrittura sono un'altra cosa. Allora perché non segnare con un elemento grafico elementare, tutto ciò che il giornale ha raccontato in 160 anni? Da qui l'idea realizzare un logo con dei grafemi, le parentesi, l'apostrofo al contrario.
Il processo è nato da un punto esclamativo che sintetizzava “Siamo noi l'informazione in Sicilia da 160 anni! La storia siamo noi!”. Alle spalle c'è parecchio lavoro, programmazione, estro: mio padre Gianni diceva sempre che per la buona riuscita di un prodotto serve un 96% di duro allenamento e poi se, sei bravo, cali quel 4% di talento».
È una passione sfrenata, abbagliante e accecante a guidare il suo lavoro, con l'aggiunta di una gran voglia di mettersi in gioco. Di imparare dalle cose. Nel suo mestiere ci vogliono tempo e passione, dedizione e impegno, chi ne è avaro non ci si azzardi: «Per me - riprende Mr Gomez - è stato un grande onore essere scelto per questo lavoro, credo che il Giornale di Sicilia abbia riconosciuto la storicità di un'agenzia come Gomez&Mortisia, di cui sono il fondatore e il direttore creativo. Il logo l'ho disegnato io, ma dietro, oltre alla mia socia Elisa, c'è una squadra, c'è un lavoro corale, ci sono collaboratori giovani e appassionati come Alice, Fernanda e Luca che sono i violini di un'orchestra che senza di loro non potrebbe suonare. Sono legato in modo forte al Giornale di Sicilia. Ventotto anni fa, appena ventenne, ho iniziato la mia attività di pubblicitario: ancora si portavano le pellicole e in via Lincoln mi hanno aiutato a crescere, ad acquisire esperienza, a correggere certi errori: fior di professionisti mi stavano accanto e per me era come giocare in serie A. Ho vissuto l'era analogica, quella delle pellicole e del piombo, per poi passare all'era digitale, quindi oggi provo una grande emozione. Mio padre Gianni era la firma satirica della prima pagina e io ho avuto la grande fortuna di essere un “highlander”: sono giovane ma ho attraversato periodi memorabili in cui giornali e tv erano di altissimo livello con firme prestigiose. Da pubblicitario molti miei importanti clienti hanno investito e creduto nel Giornale di Sicilia».
Il concetto di logo nasce da tutta questa storia, deve collegarsi a questo patrimonio: «Un logo celebrativo è difficile da pensare perché bisogna raccontare con un piccolo segno il percorso che quell'azienda ha fatto, che ha reso possibile quel traguardo. Deve raccontare le ore di lavoro, di vita, di generazioni, i successi e gli insuccessi: in un tratto. Credo al concetto di impatto grafico che deve essere forte ma senza disturbare la testata, deve stargli accanto senza fagocitare, deve essere discreto e visibile ma non invasivo».
Ogni particolare è importante nel processo creativo perché contribuisce al successo del risultato finale. Arriviamo ai giusti colori, allora: «Sono fondamentali, il Giornale di Sicilia è stato tra i primi a usare il colore - gliene va dato merito - e per quei tempi era qualcosa di straordinario. Ho utilizzato dei colori puri, cromaticamente forti e decisi collegati al territorio, alla testata, mentre la scritta “Gds” l'ho lasciata in nero per non dimenticare l'iniziale stampa in bianco e nero».
Quella capacità di portare un prodotto ad alti livelli gli ha permesso, nel 2019, di «toccare» tre oggetti sacri per i palermitani: l'arancina (rinnovata), il logo del Palermo calcio (del nuovo corso) e adesso il logo per il compleanno del Giornale di Sicilia. Il suo commento finale: «Mi sa che devo camminare con la scorta…».
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