Venticinque anni fa conquistò registi e pubblico con la sua faccia mezza araba e mezzo spagnola da siciliano verace e con il suo talento coltivato all'Accademia dell'Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa. Proprio sulle pietre millenarie del Teatro greco - che giovedì torneranno a ospitare l'ormai storico ciclo di spettacoli - Enrico Lo Verso decise a otto anni di fare l'attore.
C'è lui sulla copertina del numero di Gattopardo, il mensile della Sicilia che esce in edicola da oggi con il Giornale di Sicilia e con La Gazzetta del Sud. Lui che, dopo ruoli impegnati e autoriali al cinema (indimenticabile nei film di Gianni Amelio) racconta la gioia di dividersi tra le prove di Pirandello a teatro e la pista di Ballando con le stelle, il programma di Rai Uno dove volteggia inguainato in completi scintillanti ad affrontare charleston e cha cha cha, senza paura di mostrare le sue debolezze. «Il segreto della vita? Divertirsi, sempre. In generale ogni nuova cosa che faccio la vedo come un'occasione di vita, un accrescimento», racconta a Gattopardo.
Un bel testimonial di una Sicilia che non ha paura di sperimentare e mettersi in gioco. La Sicilia sorprendente e coraggiosa che è protagonista del mensile. Dall'ennese Sonia Vitale, campionessa italiana di paracadutismo di precisione, una ragazza capace di lanciarsi da quattromila metri e atterrare su un fazzoletto di terra grande come una moneta, a Luca Naso, astrofisico ed esperto di Big Data (cioè l'immane mole di informazioni prodotta, e continuamente moltiplicata, dalle tecnologie digitali), che ha lasciato una brillante carriera in Cina per tornare in Sicilia, a Catania, convinto che «essere decentrati può diventare un'opportunità».
Una bella luce che si accende per quei ragazzi del Sud convinti che solo fuori dallo Stretto si possa trovare un futuro. E poi ancora l'artista palermitano Domenico Pellegrino, che porta alla prossima Biennale di Venezia - che si inaugura l'11 maggio - la sua installazione, rivisitazione delle luminarie tradizionali, creata per Lampedusa e a lungo adagiata sui fondali del mare dove arrivano i migranti.
Un'altra luce, di speranza. E poi riflettori accesi su Ambelia, la tenuta di Militello Val di Catania un tempo appartenuta ai Branciforte, che dopo un restauro impegnativo ospiterà dal 10 al 12 maggio la prima edizione della Fiera mediterranea del cavallo, il più grande evento equestre del Sud dove i protagonisti saranno purosangue siciliani al cento per cento.
E ancora un tuffo a Messina, sulle tracce del mistero di Shakespeare dietro il cui nome - secondo nuovi studi recentemente diffusi - si celerebbe un giovane poeta, biondo e raffinato, di padre siciliano e di madre londinese, John Florio, proveniente proprio dalla città dello Stretto. E poi due viaggi da non perdere: il primo tra le tonnare siciliane, un tempo protagoniste di un'industria di pesca e di conservazione che gli arabi portarono in Sicilia su scala quasi industriale. L'altro a Palazzo Manganelli a Catania, che ha aperto straordinariamente le sue porte mostrando decori, affreschi e il suo incantevole giardino pensile, con un'intervista al principe Scipione Borghese che ne è proprietario e che vi trascorse parte dell'infanzia. È innamorato della Sicilia, il principe, nonostante viva a Roma in una delle dimore più importanti del Paese. Fra trent'anni, se dovesse scegliere un posto dove rifugiarsi, cosa sceglierebbe? «Catania. Tutta la vita», dice.
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