Chi era veramente l'autore delle straordinarie opere di William Shakespeare? L'attore di Stratford, venerato dagli inglesi, ma semi-analfabeta, di cui restano un testamento che nulla dice delle opere, e alcuni contratti per prestare soldi a usura. Oppure quella lunga lista di possibili alter ego che da 400 anni viene proposta dai quattro angoli della terra. Una delle ipotesi fa riferimento a John Florio, figlio di Michelangelo, un erudito in esilio, scappato all'inquisizione da Messina e nascosto a Venezia, a Verona, prima di approdare a Londra. Lì nasce John e sfrutta l'immensa cultura classica del padre, e viene accolto dal conte di Southampton insieme a un giovane attore, Will di Strafford. Saranno per molti anni i protetti del potente aristocratico, abiteranno lo stesso castello e la somma è presto fatta. L'unico possibile vero autore delle meravigliose opere è John Florio. A sostenerlo sono tre anglisti: Corrado Panzieri, Saul Gerevini, e Giulia Harding, in base agli studi condotti in questi ultimi 15 anni. Il regista Stefano Reali sta preparando una fiction prodotta in Spagna che narra non solo i rapporti tra Florio e Shakespeare, ma anche l'incontro tra Miguel de Cervantes e John Florio avvenuto a Messina mentre il genio spagnolo era ricoverato in ospedale dopo il ferimento nella battaglia di Lepanto. Anche Reali condivide la tesi di tre anglisti. D'altro canto concepire le opere senza una cultura classica formidabile è impossibile e come faceva poi l'attore a conoscere alla perfezione la toponomastica di Messina (Molto rumore per nulla), Venezia (Il mercante) o Verona (Romeo e Giulietta) o Padova (La bisbetica domata)?.