Nell’anno di Palermo capitale italiana della Cultura e nell’ambito della Biennale Manifesta 12, dal 16 giugno al 4 novembre 2018, l’Archivio Ignazio Moncada propone un percorso lungo le tracce dell’artista (Palermo 1932 - Milano 2012), recuperandone la narrazione poetica attraverso la sua ricca e articolata produzione. L’iniziativa è un omaggio alla memoria di un pittore di grande talento, ma poco conosciuto nella sua città, che documenta come il suo legame con la Sicilia non si sia mai interrotto, pur avendo egli prevalentemente lavorato altrove.
L’opera più nota di Moncada a Palermo è il bel soffitto della biblioteca del Palazzo Branciforte, oggi sede della Fondazione Sicilia. E proprio dal seicentesco edificio restaurato da Gae Aulenti, un tempo Monte dei pegni di Santa Rosalia, prende le mosse «Ignazio Moncada. Attraverso Palermo», che presenta in spazi diversi una serie di lavori destinati a sopravvivere all’effimero destino di una mostra. Il progetto è una sorta di affascinante itinerario fra palazzi storici, castelli medievali e ville alla scoperta delle opere realizzate dall’artista nelle sue infaticabili esplorazioni di sempre nuovi linguaggi dell’arte. L’occasione è l’apertura al pubblico, a Villa Trabia (Bagheria), della «Stanza dell’Irrequieto» - visite su prenotazione, camera rivestita da Moncada, nel 1995, in ceramica policroma da lui decorata e che - potente scrigno di energia e colore - è racchiusa in una «suite» di stanze, al piano terra di un’ala dell’aristocratica dimora settecentesca dove ancora oggi vive la famiglia Moncada.
Le visite su prenotazione, sempre da giugno a novembre, informazioni su ignaziomoncada.org. Ancora a Bagheria, il Museo Guttuso, oltre ad «Archeologie astratte» del '79 di proprietà del Museo, espone tre grandi tele del ciclo «Le Rappresentazioni», produzione del 2000 dedicata alle metamorfosi del mito e, nella gipsoteca, la scultura in ceramica «Il pallottoliere». Mentre il Museo Civico di Castelbuono arricchisce la sua collezione permanente con l'acquisizione de «La maga Circe», acrilico del 2002. Marsala, infine, è il luogo fisico dove sfogliare, un capitolo dopo l’altro, l’alfabeto visivo di Moncada, il suo sentimento del colore, l’instancabile ricerca pittorica. Una grande antologica al Convento del Carmine (23 giugno-4 novembe), a cura di Sergio Troisi, ripercorre attraverso 50 opere, l’intera produzione del pittore: dalle astrazioni geometriche degli anni Sessanta, alle Trasparenze del decennio successivo; dalle Archeologie alla serie intitolata Alesa, che fornirà la grammatica-base alla pratica della Pont-Art (i grandi teloni montati sui ponteggi degli edifici milanesi in fase di restauro), fino alla serie degli anni Novanta-Duemila, dedicate alla musica, alla danza e al mito.
La mostra di è organizzata dall’Ente Mostra di Pittura Contemporanea «Città di Marsala» in collaborazione con l’Archivio Ignazio Moncada.
Caricamento commenti
Commenta la notizia