ROMA. «Sono felice e orgoglioso anche se ho dormito davvero poco. E’ tutto molto strano e bello, ma una cosa è certa, ora capisco meglio come passione e inaspettato vanno alla fine a braccetto.», così un Luca Guadagnino, sorpreso ma non troppo, commenta il giorno dopo a Roma le quattro nomination agli Oscar ricevute da 'Chiamami col tuo nome': miglior film, attore protagonista, Timothée Chalamet, sceneggiatura non originale (di James Ivory) e canzone originale (Sufjan Stevens - Mistery of love).
Insieme a lui, all’incontro stampa per il film che sarà in sala da domani con la Warner, i due attori protagonisti di questa delicata storia gay che si svolge a Crema nel 1983. Ovvero Chalamet e Armie Hammer che hanno raccolto, sotto l’albergo dove si svolgeva l’incontro, uno sparuto ma ostinato gruppo di fan.
Dal regista palermitano con madre algerina, la consapevolezza di un essere «un trasversale» nel panorama cinematografico italiano anche se questo film è italiano a tutti gli effetti, il racconto di un aneddoto premonitore su questa nomination e anche il segreto desiderio di dare un seguito a 'Chiamami col tuo nome'.
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