PALERMO. Una nuova avventura insieme per il Giornale di Sicilia e Dario Flaccovio editore, una sinergia che torna dopo i frutti che ha portato solo qualche mese fa, fra giugno e luglio, quando ha avuto molto successo, una volta alla settimana, l’abbinamento del quotidiano in edicola con un volume del catalogo della casa palermitana.
Adesso l’iniziativa… raddoppia. Una nuova serie di quattro libri – uno ogni venerdì fino al prossimo 3 novembre – è pronta e la prima uscita sarà a disposizione già da domani: è «Siculospirina» di Pippo Russo, il cui sottotitolo recita «45 compresse di purissimo siciliano».
I lettori potranno acquistarlo a un prezzo speciale, 6,70 euro (abbattuto quello di copertina, che è 12), oltre all’euro e trenta centesimi che serve per comperare il Giornale di Sicilia. «Non mi sono mai curato di farmi amici. In compenso i nemici me li scelgo bene…», si legge in qualche nota autobiografica di Pippo Russo, sociologo agrigentino che insegna all’università di Firenze e collabora con parecchi giornali, oltre ad avere scritto romanzi e saggi.
È lui l’autore piuttosto inclassificabile di «Siculospirina». Caustico e fuori dagli schemi, con altri suoi libri Russo è stato impietoso con i giornalisti sportivi e certi loro strafalcioni (troppe metafore fuori luogo e diluvi di sillogismi), non ha risparmiato scrittori italiani alla moda e molto venduti, non è stato tenero con l’ex premier Renzi e ha indagato il nuovo calcio globale e certi suoi mali (fondi d’investi - mento, oligarchi, commissioni), dedicando anche un libro, tutt’altro che celebrativo, alla vita del portoghese Jorge Mendes, agente di Cristiano Ronaldo e «burattinaio» di una grossa fetta del mondo del pallone. Quella di «Siculospirina» è una sua parentesi più leggera, ma altrettanto gustosa, tutta da leggere.
In 45 voci distribuite su 186 pagine, Russo sviscera alcuni delle espressioni («Buttare voci», «Far cadere la faccia a terra», «Comprare un figlio», «Buttarsi malati») e dei vocaboli più tipici della nostra terra. Sempre sul filo dell’ironia, naturalmente, e spesso analizzando come sia complesso, per interlocutori provenienti dal continente, intendere di primo acchito il siciliano. Un esempio?
La formula «Non ho motivo di ringraziarla», spiega Russo significa il contrario di quanto possa cogliere chi siciliano non è. «Chi pronuncia quella locuzione – si legge nelle pagine del libro di Russo – intende dire di avere talmente tanti motivi per ringraziare da non riuscire a decidersi su quale scegliere per iniziare a farlo. Non gli riesce nemmeno di trovare le parole giuste (e soltanto a quel punto il continentale capirà che la formula corrispondente in italiano è: “Non ho abbastanza parole per ringraziarla”)».
Il volume ha grazia e arguzia ben dosate, è esilarante nello spiegare l’archetipo del dolce voler fare nulla (il lagnùsu) o «un termine che non ha pari né omologhi in ogni altra lingua conosciuta: facciòlu». E raggiunge notevoli vette di ironia quando immagina un barista del nord a cui un siciliano chiede uno scioppetto, o quando immagina una nota hit di Diana Ross, l’ugola statunitense, in un contesto nisseno. Leggere per credere.
Caricamento commenti
Commenta la notizia