Giovedì 19 Dicembre 2024

Fiorello vince il premio Satira, mattatore sul palco e siparietto con Ficarra e Picone

Fiorello

FORTE DEI MARMI. "Se vedete mia figlia in sala, non vi preoccupate! Non volevano farla entrare alla Capannina, ma volevo rassicurare tutti voi: l’ho vaccinata stamattina con il frontline (antipulci per cani ndr)": Fiorello entra in scena così al 45esimo Premio Satira di Forte dei Marmi, presentato da Serena Dandini, ed è chiaro che non risparmierà nessuno. "Anche Matteo Salvini voleva venire qui e aveva già preparato una felpa con la scritta Forte di Marmi ma, al momento di pagare, si è accorto che aveva il bancomat bloccato, si è incazzato e ha detto 'basta, vado via dal mio Paese', ha preso un gommone e se ne è andato in Libia". E Matteo Renzi? «Dopo le ultime notizie, ha lasciato tutti gli appuntamenti ed è andato dal padre per dirgli 'Papà sei innocente! Ci volevano incastrare. Hai capito che sei innocente?' E lui, 'Ma che, davvero?». Felice e scoppiettante, Fiorello, Premio Satira politica alla carriera, ha ironizzato sul suo «essere vecchio», prima di ammettere di essere sorpreso per questo riconoscimento assegnato proprio a lui che non si sente abbastanza «ficcante, pungente, cattivo». Ma la giuria ha inteso premiare proprio i sorrisi di un modo di fare satira divertente e mai violento, da Viva Radio2 a Edicola Fiore, passando dai grandi varietà in tv e al teatro, celebrando, nella lunga motivazione, «il leader dei comici che con la politica gioca, ironizza, satireggia e ci fa ridere». Anche Berlusconi «meriterebbe un premio perché per 20 anni ha dato da mangiare a tanti comici», ha detto ancora Fiorello, prima di lanciarsi in una ricostruzione di un retroscena politico. «E' stato Benigni a volere Renzi perché gli mancava Berlusconi, ma poi Renzi ha fatto il passo più lungo della gamba perché ha voluto cambiare la Costituzione, i 10 comandamenti e anche il verbo essere facendolo diventare 'io sono, io sono, io sono, e voi non siete un c... come diceva Alberto Sordi». Un altro premio, ha continuato Fiorello, «lo meriterebbero i romani che hanno subito la maledizione del dopo Rutelli, prima con Veltroni, durante la notte bianca ci fu il blackout, poi con Alemanno e la sua pala che spalava, spalava. Tanto che lo chiamavano PalaEur. E poi Marino, che aveva una Panda che aveva una vita propria e che trovarono parcheggiata sulle strisce pedonali e un giorno addirittura sugli scivoli del Pronto Soccorso». E infine Virginia Raggi: «Vi ricordate i cinghiali a Roma? Beh, quelli non erano cinghiali. Erano topi troppo cresciuti!». Verso la fine, un siparietto con i conterranei siciliani Ficarra e Picone sulla pipì e l’urologo ad una certa età; poi selfie e una foto anche con Liza Donelly del The New Yorker che ha detto a Fiorello di aver capito forse il 50 per cento di quello che ha detto, ma di avere riso tanto perché gli ricorda Robin Williams. Applausi scroscianti anche per altri premiati tra cui gli autori delle Frasi di Osho e il poeta satirico Guido Catalano. Divertente anche il professore universitario Walter Lapini che ha riscritto, a modo suo, un'antologia della letteratura greca e latina.

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