VENEZIA. «Julianne Moore ricorda Franca nel suo essere senza paura nella professione, per la sua onestà, nel dare tutta se stessa, nel riuscire sempre a sorprendere. Questo premio onora un’amica e rende omaggio al ricordo di un’altra». Lo ha detto Colin Firth consegnando a una raggiante Julianne Moore, in un elegantissimo abito rosso cardinale (messo a rischio dal temporale battente del tardo pomeriggio al Lido) il Franca Sozzani Award, il premio creato dalla famiglia della direttrice di Vogue italia, scomparsa l’anno scorso, per omaggiare, come ha ricordato il figlio di Franca Sozzani, il regista Francesco Carrozzini, personalità di spicco del mondo dell’arte, dello spettacolo e della cultura impegnate nel sociale. Per assistere alla premiazione, hanno sfidato la pioggia, fra gli altri, Bee Shaffer, figlia di Anna Wintour e compagna di Francesco Carrozzini, Lapo Elkann, Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo, Afef, Eva Riccobono, Nicoletta Romanoff, Alessandra Mastronardi, Isabeli Fontana, Stefania Rocca con il marito, Giuseppe Fiorello, Vittoria Puccini. «Avere il mio nome accanto a quello di Franca è un enorme onore, l’ho sempre ammirata moltissimo - ha esordito l’attrice che è alla Mostra per presentare uno dei film più attesi del concorso, Suburbicon di George Clooney -. Ho conosciuto Franca anni fa a Parigi e sono rimasta incantata dalla sua bellezza, ma soprattutto dal suo humour. Era concreta, empatica, e aveva dei bellissimi occhi blu ai quali sembrava non sfuggire nulla. Mi ha sorpreso per la grazia con cui esercitava la sua autorità, visto tutto quello che aveva raggiunto». Franca Sozzani «capiva il potere delle immagini, sapeva distinguere ciò che è personale da ciò che universale - ha aggiunto - Ha ispirato tutti quelli che hanno lavorato con lei». Tra le chicche del breve evento, un pò allungato dalle cattive condizioni climatiche che hanno impedito per qualche minuto ai protagonisti di uscire, anche il discorso di Firth su Julianne Moore: «Ho recitato con lei in due dei film di cui sono più fiero. La prima volta ha cercato di baciarmi, in A single man, che ha debuttato a Venezia. Per motivi di copione, ho dovuto declinare. La seconda ha tentato di uccidermi e anche questa volta ho dovuto resistere. E’ stato in un film che nessuno del pubblico ha ancora visto The Kingsman: the golden circle, ma io sì e vi assicuro che la performance di Julianne Moore toglie il fiato. Non stupisce che in un film che si riveli eccezionale ci sia come fattore comune Julianne».