ROMA. Francesco Guccini dice addio alle scene. Il cantautore non è nuovo a questo genere di annunci. Il primo arrivò nel 2013. Da quell'anno, è risalito sul palco per il concerto organizzato dopo il terremoto in Emilia. E poi un'altra volta, e un'altra ancora. Per raccontare la sua vita, per parlare. Oggi si dice "stanco". Questo 26 giugno, in occasione del Carpi Summer Fest, Guccini farà la sua ultima apparizione, per raccontarsi, e lasciare spazio alla musica. Non canterà, ma non si risparmierà se la commozione dovesse prendere il sopravvento. La sua, spiega al Corriere della Sera, "è una decisione presa con maturità. Per me è stato un grande sollievo. Facevo fatica". Tuttavia, a Guccini manca, e probabilmente continuerà a mancare, l'incontro con "i musicisti, gli amici, le battute e le cene, le barzellette". Guccini dice basta, non vuole più suonare. La sua chitarra si trova ancora in un angolo della sua casa. "Ho provato qualche volta con gli amici a suonare ma non ci riesco più. Non ho più i calli sulle dita". Ma se ha scritto la parola fine nel suo libro della musica, Guccini oggi si riscopre scrittore: "Ho appena finito un giallo che uscirà in autunno". Considerato fra i più importanti e popolari cantautori, il suo debutto risale al 1967 con l'LP Folk beat n. 1. Già prima comunque aveva scritto le prime canzoni rock 'n' roll. Nella sua lunga carriera, ha pubblicato oltre venti album di canzoni. E' ritenuto uno degli esponenti di spicco della scuola dei cantautori italiani. Per via dei suoi testi, viene preso come esempio di poeta contemporaneo anche nelle scuole. Giorgio Gaber una volta disse di lui: "Bolognesi! Ricordatevi: Sting è molto bravo, però tenetevi il vostro Guccini. Uno che è riuscito a scrivere 13 strofe su una locomotiva, può scrivere davvero di tutto".